Economia

In Italia primi razionamenti: qualche limite per olio, farina e zucchero

Comincia a prendere corpo anche in Italia il rischio concreto di dover ricorrere ai razionamenti. o quanto meno controllare un po’ di più gli approvvigionamenti alimentari. Ci sono diverse concause che spingono verso uno scenario di questo tipo. C’è il caro carburante, che sta mettendo in seria difficoltà il lavoro degli autotrasportatori. Così come il rialzo della bolletta energetica che mette nei guai un po’ tutti i settori. E c’è, inoltre, la crisi delle materie prime, già esistente prima della guerra tra Russia e Ucraina, ma che quest’ultima ha aumentato di intensità. La conseguenza è che comincia a spuntare qualche cartello che fa un po’ impressione. Come quello esposto in un supermercato della catena «MD» a Milano : «A fronte della grave situazione internazionale, per garantire continuità di rifornimento si potranno acquistare max 2 pezzi totali per tutti gli oli di semi».

ESPLOSIONE DEI COSTI DEL MANGIME E BLOCCO ESPORTAZIONE

E poi in Toscana, una nota di Coldiretti ha sottolineato che, a causa del conflitto in corso, si è verificata una «esplosione dei costi dei mangimi», oltre al «blocco alle esportazioni di mais dall’Ucraina ed anche dall’Ungheria». Nella stessa nota, poi, si fa riferimento ai “primi razionamenti” applicati ai supermercati Unicoop di Firenze, dove si è deciso di «mettere un tetto per chi compra olio di semi di girasole, farina e zucchero».

Ed è stata la stessa Unicoop, che in un comunicato, non ha smentito la cosa, ma ha fornito una spiegazione dell’accaduto. Premettendo che «al momento non emerge alcun rischio relativo alla mancanza dei prodotti», però «alla luce di diversi episodi di accaparramento che si sono verificati nei punti vendita» fiorentini «da parte di alcuni operatori commerciali», la cooperativa ha stabilito «un limite all’acquisto di 4 pezzi per carta socio per olio di semi di girasole, farina e zucchero, prodotti di largo consumo quotidiano».

«DECISIONE CHE TUTELA I CONSUMATORI

Nel comunicato di Unicoop è stato spiegato che si tratta di «una decisione che vuole tutelare da eventuali rischi speculativi tutti i soci e clienti che ogni giorno fanno la spesa» nei loro negozi. Trattandosi di un tema giustamente ultra sensibile, anche la Coop nazionale ha chiarito: «Al momento non c’è un rischio di mancanza di prodotti o di razionamenti. Tutte le nostre organizzazioni stanno operando per assicurare un servizio completo ai consumatori. La situazione sul versante approvvigionamento prodotti è in continua evoluzione, ma non tale da destare imminenti preoccupazioni». Insomma, nessun allarme. Parrebbe solo che si abbia paura dell’emotività dell’animo umano, facile a reazioni di psicosi collettiva.

PSICOSI IN SARDEGNA

Così come è successo in Sardegna, dove è scattato il panico per un messaggio vocale girato su WhatsApp con la notizia di alcune settimane di mobilitazione degli autotrasportatori. Che, quindi, non garantirebbero più i loro servizi di consegna. Nel messaggio c’è l’invito a fare pieno di carburante e scorte di cibo. Risultato: file in molti distributori e scaffali presi d’assalto. Nonostante che il Presidente di Conftrasporto Uggè abbia derubricato a probabile “fake news” la notizia di un’iniziativa che si protragga per più settimane. In ogni caso, una catena di supermercati dell’Isola, il gruppo Isa, ha dovuto emettere un avviso ai consumatori per rassicurare «che in tutti i suoi supermercati non ci sono e non ci saranno problemi di mancanza di merce negli scaffali».

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Published by
Pippo Maniscalco