Cronaca di Palermo

Immobilizzato su un letto d’ospedale dopo incidente: “Televisore vietato”

Sabato scorso ha rivisto tutta la sua vita a rallentatore, quando la sua moto di grossa cilindrata si è scontrata con uno scarrabile in via Crispi. Attimi interminabili quelli che sono intercorsi tra il terribile incidente e l’arrivo dell’ambulanza che lo ha condotto in gravi condizioni all’ospedale Civico di Palermo. Giovanni Merulla, operatore telefonico dell’azienda Almaviva, ha temuto di morire mentre due coniugi gli stringevano un pezzo di tessuto su una gamba per fermare una vistosa emorragia. Poi l’arrivo in ospedale, la sedazione, i primi esami strumentali e la prima operazione. La diagnosi è pesante, ma Giovanni non è in pericolo di vita: diverse fratture alle ossa e alle ginocchia degli arti inferiori e quella del bacino. Un incidente che comporterà diversi interventi e, a quanto sembra, una degenza in ospedale di almeno due-tre mesi.

Giovanni Merulla a terra subito dopo l’incidente. Ad assisterlo due coniugi

IMMOBILIZZATO

Il 45enne si trova ricoverato nel reparto ortopedia dell’ospedale Civico di Palermo. Il display del suo smartphone è rotto. Miracolosamente ha resistito all’impatto del rovinoso incidente, ma poi è caduto a terra mentre era in corsia. Un’infermiera gliene ha regalato uno che non usava. In questo modo Giovanni può parlare con la sua famiglia di tanto in tanto. E, anche se non è un telefono di ultima generazione, serve a fargli passare un po’ di tempo in queste giornate interminabili che lo vedono “immobilizzato” in un letto di ospedale.

LO SFOGO DI GIOVANNI: “IL TELEVISORE SAREBBE UNA PICCOLA DISTRAZIONE IN UN PERIODO SFORTUNATO DELLA MIA VITA”

Quando però finiscono le vite a candy crash e non rimane più nessuno da sentire o da messaggiare, a Giovanni restano solo il muro e l’armadietto della sua stanzetta da guardare. Ecco perché la famiglia si era premurata di fargli avere un piccolo televisore. “Inizialmente mi avevano detto di sì – spiega Merulla a Palermo Live – e mio padre è andato a comprarlo. Quando lo ha portato in ospedale, però, il personale si è rifiutato di recapitarlo in stanza. A quanto pare – prosegue l’uomo – c’è un protocollo che impedisce l’introduzione di cibo ma anche di oggetti, come un televisore, all’interno dei nosocomi“.

Una foto dell’incidente di sabato scorso

Ho chiesto ragguagli agli infermieri e ad un medico di turno, mi hanno risposto che non si può. A prescindere se esiste davvero un regolamento di questo tipo – ho i miei dubbi – mi domando che pericolo o che fastidio possa comportare un televisore sul comodino della mia stanza. Può portare il covid all’interno dell’ospedale? Basta sanificarlo all’ingresso. Non è umanamente accettabile – continua – che mi lascino per due-tre mesi solo con i miei pensieri a fissare un muro, impalato su un letto. Senza offesa per nessuno, ma in certi casi bisognerebbe dotarsi di “sana elasticità mentale. Mi auguro – conclude Merulla – che la direzione sanitaria dell’ospedale, anche grazie al vostro articolo, possa cambiare idea, concedendomi una piccola distrazione in questo periodo sfortunato della mia vita“.

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Affiance Service