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supermercato (pexels) - palermolive

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C’è un ingrediente che domina in una delle salse più antiche del Mediterraneo, ma non è certo il più romantico…

La cucina mediterranea è celebrata in tutto il mondo per i suoi sapori intensi, la semplicità degli ingredienti e i benefici per la salute. Olio extravergine, pomodori maturi, erbe aromatiche, pane fatto in casa, legumi e pesce fresco: è un mix che racconta una tradizione millenaria fatta di condivisione, rispetto per la stagionalità e radici culturali profonde. Ma dietro il mito della dieta più salutare al mondo, si nascondono abitudini curiose e, a volte,… “incompatibili con l’amore”.

La verità è che la tavola mediterranea è tanto sensuale quanto spietata. Alcuni piatti sono capaci di accendere i sensi, altri… di spegnerli completamente. Uno in particolare, amatissimo in Sicilia, è così potente che viene preparato addirittura la sera tardi, senza alcuna intenzione romantica: anzi, con la piena consapevolezza che nessun bacio sarà possibile dopo.

Eppure, questo piatto continua ad avere un posto d’onore nei pranzi e nelle cene dell’isola. Forse perché è un simbolo autentico di appartenenza. Forse perché nessuno, nemmeno Cupido, può competere con il sapore dell’aglio siciliano.

L’ingrediente che divide: amore eterno o solitudine assicurata?

Nel cuore della dieta mediterranea ci sono ingredienti che più di altri evocano casa, infanzia e tradizione. Ma se l’olio d’oliva e il basilico hanno il potere di unire, l’aglio è una vera lama a doppio taglio: o lo ami, o lo odi. E in Sicilia, lo amano eccome.

Non è un caso che una delle salse più antiche e diffuse dell’isola sia proprio l’agliata (o agghiata, in dialetto). Una preparazione semplice ma decisa, fatta di aglio pestato, olio d’oliva e aceto, a volte con l’aggiunta di prezzemolo e pangrattato. Il profumo – anzi, il respiro – è inconfondibile. Non c’è chewing gum che tenga.

Nelle case siciliane, soprattutto d’estate, questa salsa viene preparata la sera, spesso dopo cena, per condire il pesce che verrà servito freddo il giorno dopo. Il motivo? L’aglio ha bisogno di tempo per sprigionare tutta la sua potenza aromatica. E chi ha preparato l’agghiata sa bene che per le 24 ore successive, ogni approccio romantico è da rimandare.

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Agghiata, regina indiscussa dell’estate siciliana (e incubo dei primi appuntamenti)

Il curioso aneddoto arriva da una telefonata tra amiche. Una giovane donna, siciliana d’adozione, cerca disperatamente la ricetta dell’agghiata su un blog di cucina, per evitare di chiederla alla suocera. Il blog non ce l’ha, ma rimedia subito: “Come ho potuto dimenticare una delle salse più antiche e usate della tradizione siciliana?”, scrive l’autrice, promettendo di colmare al più presto la grave mancanza.

In effetti, l’agghiata è una presenza fissa nelle tavole dell’isola, non solo d’estate. Viene usata per antipasti freddi, piatti a base di pesce, pane abbrustolito, e persino per dare un tocco in più a verdure grigliate o legumi. È povera ma ricchissima di gusto, perfettamente in linea con l’anima spartana e generosa della cucina mediterranea. Il problema? È letale per la socialità. Ma forse è proprio questa la sua forza. Chi la prepara, lo fa per amore del gusto, non del galateo. Chi la mangia, lo fa perché è cresciuto con quei sapori, anche a costo di restare single per una notte.