Cronaca di Palermo

Il meteorologo sul “Ciclone Mediterraneo”: «Palermo ringrazi le Madonie»

Il maltempo, provocato dal Ciclone Mediterraneo, sta colpendo la Sicilia in modo molto violento. L’isola è stata assediata dai temporali, ma l’area più colpita dalle conseguenze di violenti temporali è stato l’entroterra della Provincia di Catania. In primis le zone di Palagonia, Ramacca e Scordia. Ma neanche il Trapanese è stato risparmiato. Infatti un violento nubifragio ha colpito nelle scorse ore anche Alcamo, allagando strade, abitazioni, negozi e magazzini. Danneggiate alcune auto travolte dalla furia dell’acqua. Le condizioni meteo quindi non hanno colpito in maniera uniforme tutta la Sicilia, e pare che questa situazione possa continuare anche nelle prossime ore. C’è un ciclone in fase di passaggio, che si sposta dalla Tunisia verso Malta, e di questo soffriranno in particolare ancora le zone del Catanese, Messinese e Siracusano.

FENOMENO CHE SI ATTENUERÀ TRA GIOVEDÌ E VENERDÌ

Questo flusso di aria umida, determinerà ancora rovesci copiosi e intensi, come ha spiegato al Giornale di Sicilia Vincenzo Insinda, meteorolgo di 3b Meteo. Ha detto che il Ciclone Mediterraneo si sporterà sempre di più verso lo Ionio e Malta, e che quindi occorrerà aspettare giovedì o venerdì per avere una tregua. Anche la Sicilia occidentale sarà coinvolta, ma, assicura il meteorologo, ancora una volta non si tratterà di situazioni estreme come quelle alle quali abbiamo assistito nelle ultime ore nella Sicilia orientale.

«LE MADONIE PROTEGGONO PALERMO»

Insinda ha spiegato anche perché a Palermo non si sono verificate situazioni estreme, come quelle registrate del Catanese. «La massa d’aria si carica umidità sullo Ionio, percorrendo centinaia di chilometri ─ ha detto il meteorologa ─. Questo accumulo porta poi a scaricare pioggia intensa sui versanti più esposti come quelli orientali. Nella parte occidentale, invece, i venti di scirocco giungono molto più secchi e scaricano sui rilievi, che proteggono, grazie alla presenza delle Madonie, le aree come quelle del Palermitano».

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Pippo Maniscalco