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Il fatturato della Pfizer vola: 37 miliardi di dollari solo dal vaccino

La Pfizer solo nel 2021 ha incassato circa 37 miliardi di dollari con la vendita del suo vaccino anti-Covid. Lo riporta il Guardian, sottolineando che è stato «uno dei prodotti più lucrativi della storia dell’umanità». L’anno scorso il fatturato della casa farmaceutica statunitense è raddoppiato, arrivando a 81,3 miliardi. Il profitto netto è stato di 22 miliardi, in netto aumento rispetto ai 9,1 miliardi del 2020. Non solo: il gruppo prevede anche un 2022 da record, con vendite pari a 54 miliardi fra il vaccino e la pillola Paxlovid che ha sviluppato contro la malattia. Più precisamente, Pfizer prevede 32 miliardi di incassi dalla vendita del vaccino e altri 22 miliardi dalla vendita di Paxlovid. Nel il quarto trimestre 2021 Pfizer ha registrato un fatturato in crescita del 105% rispetto allo stesso periodo del 2020. «Che trimestre e che anno!», ha commentato su Twitter il presidente e Ceo di Pfizer, Albert Bourla. «Abbiamo raggiunto circa 1,4 miliardi di pazienti con i nostri farmaci e vaccini. È più di una persona su 6 sulla Terra ─ ha sottolineato─. Mai prima d’ora il nostro impatto sui pazienti è stato così ampio».

IL PARADOSSO DI CATANIA

In una fase di boom per Pfizer, col titolo cresciuto di quasi l’80% nell’ultimo biennio, si sta registrando un paradosso a Catania, dove 130 dipendenti dello stabilimento etneo possono perdere il posto. Infatti, mentre in altri siti del gruppo vengono potenziate le produzioni dei farmaci più innovativi, compresi i vaccini e le pillole anti Covid-19, nelle linee produttive catanesi rimane solo il vecchio antibiotico alla penicillina Tazocin, un altro antibiotico e alcuni antitumorali. Tutto ciò in una realtà che occupa 800 dipendenti nel diretto e altre 200 nell’indotto. La multinazionale ha annunciato 130 esuberi per i dipendenti a tempo indeterminato e ha comunicato che a fine febbraio non verrà rinnovato il contratto a 50 dipendenti di Ramstad, che lavorano per Pfizer. Inoltre si registra il congelamento di altre 60 posizioni in attesa che arrivi un nuovo macchinario che, però, avrà bisogno della metà di addetti.

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Pippo Maniscalco