Economia

Gli stipendi d’oro dei dipendenti di Montecitorio: quanto guadagnano barbieri e idraulici

Quella in corso è la prima legislatura parlamentare con le Aule ridotte: a Montecitorio i deputati sono passati da 630 a 400, mentre a Palazzo Madama i senatori sono 115 in meno, da 315 a 200. Diminuito il numero dei parlamentari, gli stipendi d’oro dei dipendenti di Montecitorio sono rimasti tuttavia gli stessi di prima. In pratica si tratta di un’altra casta, intoccabile e impermeabile anche al furore populista degli ultimi anni.

Ciò vale per tutti i dipendenti di Montecitorio, cioè assistenti, segretari, documentaristi tecnici ragionieri e consiglieri parlamentari. Ma anche per gli operatori e collaboratori tecnici. Tutti con retribuzioni fuori mercato rispetto a ciò che avviene nelle aziende private e nella grande maggioranza degli enti pubblici.

Gli stipendi dei collaboratori e operatori tecnici

L’esempio più lampante di questo squilibrio con il mondo fuori dai Palazzi è rappresentato dalle categorie dei collaboratori e operatori tecnici. Chi sono? Si tratta di figure professionali come centralinisti, elettricisti, falegnami, idraulici, autisti e dei quattro barbieri della barberia di Montecitorio. Questi lavoratori dopo dieci anni di servizio possono arrivare a guadagnare, rispettivamente, 52mila e 62mila e 900 euro lordi all’anno. A vent’anni dall’assunzione elettricisti, autisti e barbieri sono già vicini ai 100mila euro l’anno, rispettivamente 92mila euro e 104mila euro. Cioè circa 7mila e 8mila euro al mese. Dopo altri dieci anni si arriva a 125mila e 140mila euro, mentre al trentacinquesimo anno 131mila euro e 150mila euro.

Cifre consultabili sulla tabella dei compensi dei dipendenti della Camera

Per i dipendenti da Montecitorio, dopo quarant’anni di servizio si arriva alla cifra astronomica di 140mila e 157mila euro. Tutte cifre consultabili sulla tabella dei compensi dei dipendenti, scaricabile dal sito della Camera. Gli emolumenti sono aggiornati al 1 febbraio 2023.

Anche segretari, documentaristi e consiglieri parlamentari non se la passano male. Dopo vent’anni si ritrovano rispettivamente 108mila, 158mila e 235mila euro all’anno. A quarant’anni di servizio la progressione giunge a 160mila euro per i segretari, 245mila per i documentaristi tecnici ragionieri, 369mila per i consiglieri parlamentari.

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Redazione PL