Dal mondo

Fra poche ore la trattativa Russia-Ucraina, con lo spettro dell’atomica

A Kiev è passata un’altra notte di paura, la quinta dall’inizio del conflitto: la Capitale è circondata dai russi, e le sirene suonano a ripetizione. E cresce l’attesa per l’incontro che ci sarà fra poche ore tra la delegazione ucraina e quella russa, che potrebbe aprire la porta ad una trattativa. Sarà un incontro senza precondizioni. Su questo cruciale colloquio c’è tanta speranza, ma anche scetticismo e paura. C’è il timore che se fallisce questo negoziato, i russi possano scatenare l’inferno, per vendicarsi delle perdite e per spezzare la resistenza ucraina che negli ultimi giorni ha allargato i suoi ranghi con altri 100mila uomini, tra cui molti riservisti. Questo ulteriore contingente si è affiancato all’esercito, ma altri ne arriveranno dai paesi amici, con le legioni internazionali.

SULLA DELEGAZIONE RUSSA L’OMBRA DELL’ATOMICA

L’incontro di oggi si svolge sull’orlo di una crisi nucleare mondiale, evocata da Putin con un drammatico annuncio; «Ordino al ministro della Difesa e al capo di stato maggiore di mettere in allerta speciale le forze di deterrenza dell’esercito russo, in risposta alle dichiarazioni aggressive dell’Occidente». Una drammatica accelerazione quella di Mosca, che, evocando lo spettro nucleare, ha segnato una nuova fase nella strategia del conflitto, esasperandone le dimensioni. Una aggressiva escalation, probabilmente in vista delle trattative di oggi.

LA TRATTATIVA

La squadra ucraina sarà guidata dal ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, che, per ragioni di sicurezza, impiegherà «alcune ore» ad arrivare. Quella russa, avrà per capo il consigliere putiniano Vladimir Medinskij, figlio d’un pompiere che s’immolò a Chernobyl. Ci saranno anche i due viceministri d’Esteri e Difesa, a un capo della Duma di Mosca e all’ambasciatore in Bielorussia. Intorno al tavolo della trattativa ci saranno da un lato i russi, messi in un angolo dall’imprevisto rigore delle sanzioni Swift e dal totale isolamento mondiale. Di fronte a loro siederanno gli ucraini, con la speranza che si possa fermare una guerra che potrebbe trascinare la loro nazione in un bagno di sangue.

Nonostante nessuno vorrebbe mollare nulla, il risultato che tutto il mondo si aspetta da questo negoziato disperato non può che essere un cessate il fuoco. Qualcosa che aiuti l’Ucraina a sperare ancora, e qualcosa che permetta alla Russia di salvare la faccia, fermandosi, magnanima, sulle soglie delle città accerchiate.

Published by
Pippo Maniscalco