Cronaca di Palermo

Festino di Santa Rosalia, la 398° edizione all’insegna del canto e della prudenza

Si è tenuta oggi, 1 luglio, la conferenza stampa di presentazione del 398° Festino di Santa Rosalia. L’appuntamento presso il Salone Filangieri del Palazzo Arcivescovile, in Corso Vittorio Emanuele, a Palermo, ha visto, tra gli altri, la presenza di Monsignore Corrado Lorefice, Arcivescovo Metropolita di Palermo, del sindaco Roberto Lagalla e dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Alberto Samonà. Presenti anche il Presidente della Fondazione Federico II Gianfranco Miccichè, Monsignore Filippo Sarullo, Parroco della Chiesa Cattedrale di Palermo, e Maurizio Carta, Coordinatore Comitato artistico istituzionale.

Un festino nel segno della “liberazione” ma anche della prudenza, come più volte è stato ribadito nel corso della conferenza stampa. Il crescente numero dei contagi di Covid-19 impone di prestare molta attenzione. “La pandemia è diventata endemica, ma questo non annulla il rischio e il rischio potenziale – ha affermato il sindaco Lagalla -. Questo non annulla il senso della liberazione, della gioia, delle tenebre che auspicabilmente possano trasformarsi in luce. Io raccomando però sul piano della prudenza, l’uso delle mascherine perché la protezione è ancora necessaria per evitare una diffusione che possa assumere numeri pericolosi, soprattutto per i più fragili”.

398° Festino di Santa Rosalia: il canto contro la peste

L’incubo della pandemia non è ancora finito. Ancora una volta, la storia di Rosalia e della peste in fuga da Palermo diventa chiave di lettura del presente e delle celebrazioni del Festino.

“La prima parola è “gioia” – dichiara Monsignore Corrado Lorefice –  ma la vera gioia è sempre commisurata dalla responsabilità. Siamo in un momento in cui c’è comunque una recrudescenza. È una festa nel segno del canto, un canto che deve dire anche liberazione; d’altra parte la figura meravigliosa di Rosalia è legata a questo”.

Il “Canto contro la peste” è, dunque, il filo conduttore della 398esima edizione del Festino. Un canto che porta con sé la voglia di libertà e che spera di tradursi in un trionfo. “Vogliamo dare questo segno di speranza alla città – continua l’arcivescovo -. Una speranza che ci impegna a far sì che ognuno di noi possa contribuire a questo canto di liberazione. Palermo ha bisogno ancora di liberazione“.

“Nove orchestre e una preghiera” è il sottotitolo e la sintesi del programma artistico dell’evento. Un mosaico di contributi donati dalle principali istituzioni culturali della città. Il Comune di Palermo, a tal proposito, ha attivato un gruppo di lavoro interno all’amministrazione, con il coordinamento organizzativo di Gaspare Simeti, e un comitato di direzione artistica, coordinato da Maurizio Carta, Prorettore dell’Università di Palermo.

A formare il gruppo l’Università degli Studi di Palermo, la Fondazione Teatro Massimo, l’Accademia di Belle Arti di Palermo, la Fondazione Teatro Biondo Stabile, il Conservatorio di Musica di Stato “Alessandro Scarlatti”, la Fondazione Federico II, la Fondazione The Brass Group e la Fondazione Sant’Elia. Risorse umane, culturali e artistiche, dunque, a disposizione del Festino, che vedrà l’affiancamento in progress di altre istituzioni e soggetti culturali.

“Questa direzione artistica corale – commenta Maurizio Carta coordinatore del Comitato artistico istituzionale, – è l’occasione per riattivare il tavolo inter-istituzionale costituito per la designazione di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 che è stata una potente comunità culturale e creativa per co-progettare futuro a partire dalla cultura e dalla creatività, potenti energie di questa città”.

 

Spazio alle categorie: la novità del Festino

L’iniziativa, dal costo di 200-250 mila euro, vuole portare con sé anche un forte senso di collettività. A ciò si deve una delle novità di quest’anno, relativa alla tradizionale invocazione “Viva Palermo e Santa Rosalia”.

“Non sarà solo il sindaco a dirla – annuncia Lagalla -. Essendo delle invocazioni ripetute per tre volte, la prima sarà detta dal sindaco, ma per le altre due cambieremo i soggetti di anno in anno. Perché la città non è del sindaco, è di tutti noi, è comunità. E in cinque anni, se Dio vorrà, avremo la possibilità di rappresentare dieci grandi categorie di questa città: i sofferenti, i bambini, le donne, i professionisti, i poveri, gli immigrati, chi ha bisogno”.

Daranno il via alla nuova prassi due esponenti della sanità. “Quest’anno – spiega il sindaco – proprio perché la peste contro la quale cantiamo è quella della pandemia, saranno due operatori che si sono impegnati contro la pandemia, in questa battaglia straordinariamente difficile”.

Come da tradizione, il carro trionfale sfilerà lungo il Cassaro il 14 luglio, attraverso un percorso musicale “a stazioni”. Da Porta Nuova / Palazzo Reale, passando per la Cattedrale, Piazza Vigliena, all’incrocio con via Roma, le Mura delle Cattive, fino al Palchetto della Musica. Poi i fuochi d’artificio. Davanti al carro, in prima fila lungo tutto il percorso, sfileranno medici, infermieri, protezione civile, forze dell’ordine, Croce Rossa, in segno di riconoscenza per coloro che durante la pandemia hanno salvato vite umane a costo, spesso, della loro.

Sinergia tra istituzioni

Collaborazione e collettività anche nella realizzazione delle celebrazioni del Festino, che vedono la sinergia tra pubblico e privato. “È un’esibizione plastica, anche se sul piano laico, del progetto di padre Pino Puglisi “Se ognuno fa qualcosa””. Così Lagalla commenta alla stampa. “Qui ogni istituzione culturale di questa città ha deciso nel segno della generosità di aiutare il Comune a sostenere la rinascita del Festino, che si prepara nel 2024 al 400esimo. Con l’intesa ancora una volta tra la Curia e l’amministrazione comunale, andrà a organizzato doverosamente nel corso di tutto l’anno col culmine nel luglio di quell’anno”.

Il bozzetto del carro trionfale 2022

Sguardo al futuro anche da parte dell’assessore Alberto Samonà. Nei giorni scorsi la notizia che 50mila euro per le spese del Festino arriveranno proprio dai Beni Culturali della Regione Siciliana.

Non potevamo restare indifferenti all’appello del sindaco Roberto Lagalla di una collaborazione fattiva tra istituzioni – spiega l’assessore -. È per questo che la Regione Siciliana, con l’assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, ha voluto contribuire, ha voluto esserci rispondendo positivamente a questo appello con un contributo importante che permette di realizzare questo Festino e arricchirlo ancora di più”.

“Rinunciare alla festa più importante della città per i palermitani sarebbe stato sbagliato. Questo dà il senso di una amministrazione comunale che parte col piede giusto collaborando con tutte le istituzioni pubbliche e private, non facendo differenze e guardando al futuro della città”. L’assessore conclude: “Abbiamo tutti bisogno di affidarci alla nostra Santuzza e guardare al futuro della città affinché lei interceda e gli sforzi di ciascuno di noi possano andare a buon fine”.

(Immagini di Elian Lo Pipero)

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Redazione PL