Cronaca di Palermo

False vaccinazioni in Fiera e Onlus lager a Castelbuono, infermieri sospesi dall’Ordine

Il Consiglio direttivo dell’Ordine degli Infermieri di Palermo ha sospeso l’infermiera coinvolta nell’inchiesta giudiziaria sulle false vaccinazioni all’Hub della Fiera del Mediterraneo. Stesso provvedimento per i due infermieri coinvolti nell’inchiesta su maltrattamenti e torture inflitte in una casa di cura  di Castelbuono.

“Abbiamo seguito la tempistica e l’iter previsti per legge – ha dichiarato il presidente, Nino Amato – intervenendo con fermezza e senza tentennamenti per sanzionare infermieri che sono al centro di due vicende verso cui esprimiamo totale sdegno e condanna”.

Amato rimarca come “questi fatti gravissimi ledano l’immagine di migliaia di professionisti seri che con senso del dovere ed abnegazione svolgono ogni giorno il loro compito”. “Noi giuriamo di difendere e garantire la salute altrui e siamo fieri di farlo, questa è la nostra missione – conclude -. Siamo e saremo sempre inflessibili verso chi tradisce il nostro giuramento e viene meno al proprio dovere etico, morale e professionale”.

False vaccinazioni all’hub della Fiera

Il 21 dicembre scorso, gli agenti della Digos di Palermo hanno eseguito un decreto di fermo nei confronti di tre persone, indagate per corruzione propria antecedente, falso ideologico in atto pubblico e peculato. I provvedimenti sono nati da un’indagine su false vaccinazioni nell’hub della Fiera del Mediterraneo, a Palermo. I fermati sono Filippo Accetta, leader locale del movimento No Vaccinati, il commerciante Giuseppe Tomasino e Anna Maria Lo Brano, infermiera dell’ospedale Civico.

L’operatrice sanitaria faceva finta di inoculare i vaccini nell’hub della Fiera. Avrebbe incassato 100 euro per ogni finto vaccino anti Covid; tra questi, anche due parenti di Tomasino. Le intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché le riprese video all’hub, hanno permesso di accertare che l’infermiera avrebbe effettuato altre otto false vaccinazioni, tra cui una collega che operava presso la Fiera e un poliziotto della questura di Palermo.

Castelbuono, orrore in una Onlus

Sono 35, invece, i soggetti interessati dall’ordinanza applicativa di misure cautelari eseguita, il 17 dicembre scorso, dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo. Sequestro preventivo inoltre per la “Suor Rosina La Grua Onlus” di Castelbuono. La struttura, in regime di convenzione con l’ASP di Palermo, forniva servizi di riabilitazione c.d. “a ciclo continuo” in favore di 23 pazienti con gravi disabilità fisiche e psichiche. Sequestrati anche beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 6,7 milioni di euro.

Oltre all’ipotesi di truffa aggravata e corruzione di un funzionario dell’ASP di Palermo, secondo le indagini all’interno della struttura i pazienti avrebbero vissuto orrende dinamiche.

In particolare, senza alcuno scrupolo per la condizione di fragilità psico-fisica degli ospiti, tutti affetti da gravi disabilità intellettive e psichiatriche, il personale della struttura ricorreva sistematicamente all’inflizione di punizioni (come il digiuno), a percosse (consistenti in strattonamenti, calci, schiaffi), ad offese gratuite e denigranti.

Quotidianamente diversi pazienti dovevano inoltre sottostare a gravose ed immotivate limitazioni della propria libertà personale, rinchiusi, sia di giorno che di notte, all’interno di un locale di pochi metri quadrati completamente vuoto e privo dei servizi igienici, da loro denominato “stanza relax”. Qui i disabili rimanevano spesso per diverse ore, al buio e senza alcuna assistenza, implorando di uscire, supplicando per avere dell’acqua o del cibo, dovendo quindi espletare i propri bisogni fisiologici sul pavimento.

Inoltre i pazienti subivano la massiccia somministrazione di terapie farmacologiche, non giustificata da ragioni medico-sanitarie. Gli operatori riuscivano così a mantenerli sedati, riducendo l’impegno e il rischio di complicazioni nel corso dei turni di lavoro.

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Redazione PL