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Dario Alioto, un palermitano campione italiano del tavolo verde

Conosciuto come “Ryu”, Dario Alioto è annoverato tra i campioni italiani che si sono contraddistinti attorno al tavolo verde. A soli 21 anni partecipa e ottiene un buon piazzamento tra i primi 10 all’EPT di Barcellona e da quel momento in poi, la sua storia è costellata da molti traguardi raggiunti e vittorie che lo hanno portato a stringere il braccialetto delle World Series of Poker alle WSOP Europe nel 2007.

La specialità di Dario “Ryu” Alioto è il Pot Limit Omaha, grazie al quale si classificherà come uno dei migliori pokeristi italiani.

Dal dojo al tavolo verde

Palermitano doc, classe 1984, Dario impara da subito la disciplina, che apprende da bambino dedicandosi al judo. Il suo futuro sembrava già scritto come campione di arti marziali, ma il destino evidentemente prevedeva qualcos’altro. Ed in effetti, Dario campione ci è diventato, ma di poker, e percorrere questa strada lo ha portato a scalare la vetta dei più grandi pokeristi.

Il rimando alla sua passione per il judo comunque rimane, adottando il soprannome “Ryu” con cui verrà conosciuto anche nei contesti internazionali.

L’occasione di farsi conoscere al grande pubblico avvenne proprio nel 2005, quando partecipò all’EPT di Barcellona: 392 iscritti provenienti da tutta Europa pronti a battersi per contendersi il titolo europeo. Quella volta Alioto non riuscì a primeggiare, ma si piazzò settimo. Un grande risultato, se si pensa che quella fu la sua prima esperienza live.

Fu quella la svolta decisiva: Dario avrebbe perseguito la strada del poker, e “da grande”, avrebbe fatto il giocatore professionista.

Campione Wsop e specialista Pot Limit Omaha

Scelta ponderata bene e che si rivelò la più giusta, dimostrandolo nelle World of Series. Appena due anni dopo infatti, riesce a conquistare l’agognato braccialetto alle WSOP Europe nel £5.000 Pot Limit Omaha. La competizione si svolse nel settembre 2007 a Londra nel Casino at the Empire e il primo posto gli fruttò ben 234.360 sterline.

Quel torneo fu praticamente full reg: tantissimi i volti famosi del poker, per quella che fu la primissima edizione delle WSOPE. Ancora Dario non lo sapeva, ma quell’evento gli avrebbe dato una visibilità grandissima, anche perché fu la prima grande competizione di Omaha in Europa, la più prestigiosa, e ovviamente suscitò non poca curiosità.

In effetti, rispetto al Texas Hold’em Poker, variante di gran lunga più popolare, l’Omaha Pot-limit non può vantare lo stesso enorme numero di scuole di gioco o fonti da cui apprendere. Il Texas Hold’em è ormai giocato ovunque. E di conseguenza l’ambiente è assai competitivo. I giocatori che vogliono partecipare ai tornei e vincere, sanno che dovranno dare il massimo per restare in gioco. D’altra parte, a ciò corrispondono vincite sicuramente più alte rispetto alle competizioni di Omaha; dove tuttavia, essendoci meno concorrenza, le probabilità di sopravvivere e vincere sono più alte.

Ad ogni modo, Dario dopo il braccialetto non si fermò e negli anni immediatamente successivi conquistò ottimi piazzamenti, accaparrandosi numerose vincite, anche se non riuscì mai a mettere le mani sul secondo braccialetto.

Indimenticabile l’evento 5 $1.500 Pot Limit Omaha delle WSOP 2009, ricordato come la competizione con il maggior numero di partecipanti di sempre: in quell’occasione Alioto si piazzò settimo, vincendo 29.881 dollari.

Insomma, dalla sua ha una carriera di tutto rispetto che gli ha fruttato anche il primato per essere il più giovane player italiano ad aver vinto il braccialetto. Per pochi giorni nel 2007 fu persino il più giovane europeo ad averlo vinto. A “rubargli” il primato fu Annette Obrestad, appena diciannovenne, che in quell’edizione delle WSOP vinse il main event.

Comunque, vale la pena ricordare che quel braccialetto fu il settimo in assoluto conquistato da un europeo…un risultato niente male per un giovane player che si era da poco affacciato in un contesto internazionale! Oggi Dario “Ryu” Alioto vive a Capo Verde, un posto, a detta sua, meraviglioso, con ottime potenzialità imprenditoriali e senza criminalità. L’Italia l’ha lasciata ormai dal 2018, ma il gioco no.

Approdato infatti all’online già da qualche anno, il palermitano preferisce giocare negli MTT; sottolineando come ad affascinarlo sia più il fattore sportivo, che la possibilità di una vincita in denaro. Prova, questa, che a muovere il campione sia una passione vera e genuina per il poker. A ciò, sin dagli esordi, ha abbinato tecnica e disciplina.

Published by
Redazione PL