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Crimini ambientali, anche l’Italia coinvolta nel business da 280 miliardi

Tra le attività criminali più redditizie al mondo, i crimini contro l’ambiente sono forse le più sottovalutate. Nonostante non ci sia una grande copertura mediatica sull’argomento, queste attività sono in continua crescita, e anche l’Italia ne è spesso coinvolta. 

Tra i crimini più redditizi al mondo c’è quello contro l’ambiente

Dopo traffico di droga, contraffazione e contrabbando di armi, i crimini contro la natura sono l’attività criminale che genera più entrate. Un vero e proprio business da 280 miliardi, che coinvolge vari ambiti e che colpisce tutte le tipologie di animali: dall’importazione di animali esotici o di loro parti, come nel caso della pelle di tigre o del corno di rinoceronte, all’uccisione o alla cattura di specie a rischio di estinzione, passando per il commercio di coralli, oloturie e datteri di mare. 

 A segnalarlo è il WWF in occasione della Giornata della Terra 2023, accendendo i riflettori sul grave business illegale alimentato dai crimini ambientali e sull’impatto che questi hanno contro la salute umana e quella degli animali, sulla società, l’economia e la biodiversità, e sottolineando la mancanza di norme e delle giuste sanzioni. 

 Secondo il report del WWF, infatti, più del 40% degli illeciti viene archiviato prima di essere realmente dibattuto, mentre il 38-50% viene prescritto; è solamente il 27% ad arrivare a effettiva condanna. 

L’aumento dei crimini ambientali richiederà nuove figure professionali

 A occuparsi di crimini ambientali, del loro impatto e dei relativi danni è una branca delle scienze forensi introdotta il secolo scorso, nota come Green Criminology, che oggi sta trovando notevole applicazione a causa dell’aumento del problema. 

 Considerando l’incremento dei reati ambientali primari, ovvero diretti contro le specie e l’ambiente, e quelli secondari, cioè derivanti dall’attività governativa o dal governo societario negligente o illegale, saranno infatti necessari sempre più esperti per fronteggiare il problema.  

 Esperti che per specializzarsi in questo settore dovranno prima di tutto prendere una laurea in Criminologia (conseguibile ad oggi anche in modalità online), per acquisire tutte le conoscenze di base sul Diritto, sulle tecniche investigative e sulla psicopatologia forense, necessarie per svolgere questo mestiere. Dopodiché, occorre frequentare un master più specifico in Green Criminology o Criminologia e Sicurezza Ambientale.  

La “criminologia verde”, ad oggi, è una disciplina che trova grande applicazione proprio a causa dell’aumento dei reati contro l’ambiente.  

I reati contro l’ambiente in Italia

 Come emerso dal Rapporto Ecomafia 2022 realizzato da Legambiente, nel 2021 i reati ambientali accertati sono stati 30.590, circa 84 al giorno. Di questi, il 43,8% è stato registrato in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, regioni in cui ecocriminalità e corruzione sono molto diffuse.  

 A livello provinciale, invece, Roma è in testa alla classifica, con 1.196 illeciti ambientali, seguita da Cosenza, 1.060 illeciti, e Napoli, 1.058. 

 Per quanto riguarda il tipo di crimini commessi, il ciclo illegale del cemento rappresenta il più diffuso con 9.490 reati, pari al 31% del totale. Seguono poi i rifiuti (8.473) e i sequestri (3.745). Crescono i reati contro il patrimonio culturale e i reati contro il patrimonio boschivo, con 5.385 illeciti tra incendi colposi, dolosi e generici. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Redazione PL