Corruzione nella sanità siciliana: il video con le intercettazioni shock

 
Il tariffario da rispettare negli appalti della sanità siciliana era il 5% del valore della commessa aggiudicata. «Salvo, fammi dire però che è scontato che è il cinque netto dei contratti…». Questo è uno dei colloqui fra gli indagati intercettati dagli agenti della Guardia di Finanza. Le fiamme gialle, anche attraverso le intercettazioni, hanno ricostruito la maxi operazione che ha svelato un intreccio perverso su un sistema che avrebbe consentito di pilotare appalti milionari della sanità in Sicilia.

ARRESTATE DIECI PERSONE

L’indagine, che coinvolge imprenditori e funzionari pubblici, ha portato all’arresto di dieci persone accusate, a vario titolo, di corruzione. Gli investigatori avrebbero accertato un giro di mazzette che ruotava intorno alle gare indette dalla Centrale unica di committenza della Regione siciliana e dall’Asp 6 di Palermo per un valore di quasi 600 milioni di euro.

QUADRO DESOLANTE

Il quadro che emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta è desolante. Eccone alcune: «All’assistenza tecnica mi busco io personalmente quindici mila euro al mese… io per nove anni m’incasso quindici mila euro senza fare un’emerita m…».  E ancora: «Quando abbiamo cambiato la busta e loro fatto il ribasso, lo sapevano». Come abbiamo già pubblicato, tra gli arrestati c’è anche Antonio Candela, attuale Coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19 in Sicilia. È stato Commissario straordinario e Direttore generale dell’Asp 6 di Palermo, ed attualmente è ai domiciliari. Proprio per alcune gare indette dall’Asp di Palermo, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato un giro di mazzette.

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Pippo Maniscalco