Cronaca di Palermo

Giornata Mondiale contro la pedofilia: parla Pasquale D’Andrea

Oggi ricorre la Giornata Mondiale contro la pedofilia, una data che afferma sempre più l’impegno  contro quella che è una piaga sempre più preoccupante e comune.
Molto spesso sentiamo troppe notizie tragiche a riguardo e quello che tutti ci domandiamo è: cosa fare?

I NUMERI

Solo in Europa gli abusi denunciati sono stati protratti su 18 milioni di vittime, ma la paura della denuncia e anche la poca consapevolezza, ostacola la ricerca. Secondo il Telefono Azzurro inoltre, il 40% dei piccoli che hanno avuto il coraggio di alzare la cornetta, hanno meno di 10 anni d’età.

LA PAROLA AL GARANTE

Il Garante per l’infanzia di Palermo Pasquale D’Andrea dichiara e afferma a Palermo Live che nonostante ciò, la prima criticità sono i dati che abbiamo e che ci vengono forniti

“Il problema principale è che i numeri sono sempre spezzati tra un’associazione e l’altra,  a Palermo questo ovviamente porta ad una sottovalutazione della questione. Abbiamo fatti accertati ma divisi  questo rende più difficile l’individuazione di un’origine e quindi di una soluzione”. Il dato più importante è però ciò che si muove attorno a questi fatti incresciosi: la fascia d’età – sia delle vittime che dei carnefici – , il ruolo sociale e il come, con quali mezzi.

“Ci tengo a sottolineare che i ragazzini vivono sempre di più in solitudine e questi non li rende soltanto meno controllati, ma soprattutto meno considerati. Mancano figure di riferimento e non esistono più comunità, cioè spazi in cui un minore sa a chi rivolgersi e sa di essere protetto senza timore. Il mondo virtuale sembra ci appartenga come un fatto privato, ma poi ne perdiamo il controllo. Bisogna parlare anche di questo ai giovani”.

È necessario lavorare per un monitoraggio più costante delle informazioni territoriali ma innanzitutto, la prevenzione.
Il solito consiglio rivolto ai genitori è quello del “parental control” ma secondo Pasquale D’Andrea non il più efficace, perché potrebbe generare un contrasto ed un’oppressione nel rapporto con i figli.
Le chiavi, sempre e comunque, sono  vicinanza e fiducia: “bisogna trasmettere la presenza dell’altro a prescindere dagli eventi brutti delle nostre vite, questo significa proteggere e avere cura“.

Published by
Francesca Catalano