Cronaca di Palermo

Confisca di beni per imprenditore legato alla famiglia mafiosa di Carini

Confisca di beni pari a dieci milioni di euro ai danni di Salvatore Cataldo, classe ’49 di Carini. Dalle indagini è emerso un cospicuo patrimonio costituito da imprese, beni immobili, veicoli e rapporti bancari di origine illecita; dato diverso rispetto alle risorse economiche dichiarate al Fisco. Un assetto patrimoniale squilibrato, in netto contrasto con le acquisizioni effettuate nel corso degli anni dallo stesso e dai componenti del suo nucleo familiare.

A Cataldo applicata anche misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di 4 anni. L’imprenditore era legato alla famiglia mafiosa di Carini ed in particolare al suo reggente Vincenzo Pipitone.

CATALDO CONDANNATO PER ATTVITA’ CRIMINALI E DELITTI

Nel 2006 Cataldo ha riportato condanna definitiva alla pena di anni tre di reclusione per il delitto di soppressione di cadavere aggravato nel 2006; nel 2010 raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo e successivamente condannato con sentenza della Corte di Appello di Palermo nel 2018 alla pena di anni otto e mesi quattro di reclusione per omicidio e per aver partecipato alle attività criminali della famiglia mafiosa di Carini.

Cataldo costituiva un punto di riferimento di quel territorio per le questioni legate al pagamento del pizzo e per aver messo a disposizione un proprio fondo per seppellire i cadaveri di Giovanni Bonanno e Spatola Bartolome. Successivamente, nel 2020 Cataldo viene condannato dalla Corte di Assise di Palermo alla pena dell’ergastolo; l’accusa è di duplice omicidio pluriaggravato di Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto in concorso con Vincenzo Pipitone, Giovanbattista Pipitone e Antonino Di Maggio; delitto commesso nel 1999 su ordine di Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Quest’ultimi li ritenevano responsabili della scomparsa di un loro familiare eliminato con metodo della c.d. lupara bianca.

Tra gli immobili confiscati vi è anche un ampio appezzamento di terreno, già lottizzato, sito nel comune di Carini. Secondo la convenzione stipulata con l’Ufficio Tecnico del predetto comune, nel terreno avrebbe dovuto sorgere un complesso immobiliare composto da 12 ville bifamiliari e due ville quadrifamiliari.

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Redazione PL