Concorsi pubblici aboliti per sempre: da ora basta iscriversi e ti assumono | Prendono in ordine cronologico

Studente - fonte pexels - palermolive.it

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Nuove regole per accedere a queste professioni, cambia tutto e vai avanti e trovi lavoro solo se sei bravo

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 112 del 16 maggio 2025, è ufficialmente entrato in vigore il decreto legislativo 15 maggio 2025, n. 71, che rivoluziona le modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, e Medicina Veterinaria. Una svolta attesa e discussa, che punta a superare il tradizionale test d’ingresso nazionale a favore di un sistema basato sulla performance universitaria nel primo semestre.

Il cambiamento più significativo introdotto dalla riforma è l’eliminazione del test di ammissione nazionale, che per anni ha rappresentato la principale barriera all’accesso ai corsi di area medica. Dal prossimo anno accademico, infatti, chiunque abbia conseguito un diploma di scuola superiore potrà iscriversi direttamente al primo anno di Medicina, Odontoiatria o Veterinaria. Questa apertura iniziale rappresenta un passo verso una maggiore inclusività, permettendo a tutti di accedere almeno alla prima fase del percorso formativo.

L’ammissione libera non si traduce però in un accesso garantito all’intero corso di studi. La selezione viene semplicemente spostata in avanti, al termine del cosiddetto “semestre filtro”. In questo primo semestre, gli studenti dovranno affrontare esami universitari regolari, con lo scopo di valutare sul campo le loro capacità e attitudini. Solo coloro che supereranno tutti gli esami previsti e raggiungeranno un punteggio utile nella graduatoria nazionale potranno accedere al secondo semestre.

Al centro del nuovo sistema di selezione ci sono i crediti formativi universitari (CFU). Ogni esame del semestre filtro, che coprirà le discipline fondamentali come Biologia, Chimica e Fisica, assegnerà un certo numero di CFU. Solo gli studenti che li conseguiranno tutti potranno essere inseriti nella graduatoria nazionale. Sarà quindi fondamentale non solo superare gli esami, ma ottenere voti alti, poiché il punteggio complessivo influenzerà la posizione nella graduatoria.

Al termine del semestre filtro, il Ministero redigerà una graduatoria di merito nazionale basata sui risultati ottenuti negli esami. Gli studenti che rientreranno nei posti disponibili saranno immatricolati nella sede indicata in fase di iscrizione, secondo l’ordine di preferenza. Se i posti preferiti sono esauriti, l’assegnazione avverrà in altre sedi, in base alla disponibilità residua. I criteri esatti per la formazione della graduatoria saranno stabiliti con decreto ministeriale entro il 16 luglio.

Un massimo di tre tentativi per superare il semestre filtro

La riforma prevede che ogni studente possa iscriversi al semestre filtro per un massimo di tre volte. In caso di insuccesso, resta comunque la possibilità per le università di riconoscere, anche solo parzialmente, i CFU eventualmente acquisiti. Questo meccanismo mira a tutelare chi, pur non rientrando nella graduatoria, ha comunque mostrato un impegno concreto e potrà eventualmente reindirizzarsi verso altri percorsi universitari affini.

Per garantire equità e coerenza nella valutazione, le prove d’esame del semestre filtro seguiranno standard e modalità uniformi su tutto il territorio nazionale. Questi criteri saranno definiti con ulteriori decreti ministeriali, la cui pubblicazione è attesa nelle prossime settimane. L’intento è quello di evitare disparità tra atenei e assicurare che la graduatoria finale sia davvero comparabile a livello nazionale.

Odintoiatra - fonte pexels - palermolive.it
Odintoiatra – fonte pexels – palermolive.it

Università non statali escluse dalla riforma

Va precisato che la riforma non si applica ai posti messi a bando dalle università non statali per i corsi in lingua italiana. Queste realtà, infatti, continueranno a regolare l’accesso secondo le proprie modalità. La novità riguarda solo gli atenei statali, e nello specifico i corsi di laurea magistrale a ciclo unico erogati in lingua italiana.

Con questa riforma, il Governo intende promuovere un modello di accesso più meritocratico, che non si limiti a un test teorico ma valuti lo studente nella pratica accademica. Il semestre filtro rappresenta un banco di prova reale, dove la selezione si gioca su basi concrete e uguali per tutti. Se da un lato questo sistema permette un accesso iniziale più ampio, dall’altro mantiene alta l’asticella per proseguire nel percorso, bilanciando apertura e rigore formativo.