Come proiettili dalla Cina all’Europa: scoperti i ‘superbatteri viaggiatori’ | Ti mandano in terapia intensiva

Qualità dell'aria - fonte pexels - palermolive.it
I cieli come nuovi vettori di microrganismi, gli scienziati hanno scoperto quanto sia pericoloso anche solo respirare
Una sorprendente scoperta scientifica ha rivelato che l’alta atmosfera non è un ambiente sterile come si è sempre pensato. Un gruppo di ricercatori spagnoli, in collaborazione con colleghi giapponesi, ha individuato centinaia di microrganismi, tra batteri e funghi, a 3.000 metri di altezza sopra il Giappone. Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), ha messo in luce un nuovo possibile vettore di diffusione dei patogeni, finora mai considerato: l’aria stessa.
Analizzando campioni d’aria raccolti in quota grazie a un piccolo aereo Cessna 182, i ricercatori hanno scoperto la presenza di batteri e funghi provenienti dalla Manciuria, in Cina nord-orientale. La distanza di oltre 2.000 chilometri percorsa da questi microbi dimostra la potenza dei cosiddetti “ponti troposferici”, correnti d’aria che spostano masse atmosferiche tra continenti. I modelli di trasporto e la composizione chimica dell’aerosol hanno confermato questa origine, legata anche all’attività agricola intensiva della regione.
Grazie al sequenziamento del DNA ambientale, lo studio ha identificato oltre 500 generi di batteri e funghi associati agli aerosol. Questa varietà ha colto di sorpresa gli scienziati, che inizialmente erano interessati alla composizione chimica dell’aria, non a quella biologica. Alcuni microrganismi erano noti agenti patogeni per l’uomo, gli animali e le piante. La loro presenza a tali altitudini dimostra una straordinaria capacità di sopravvivenza in ambienti estremi, poveri di umidità e soggetti a forti radiazioni UV.
Non solo questi microrganismi sono stati individuati, ma sono risultati vivi e vitali una volta coltivati in laboratorio. Tra di essi figurano batteri pericolosi come E. coli, Clostridium difficile, Acinetobacter baumannii e Staphylococcus spp., molti dei quali resistenti agli antibiotici. Alcuni ceppi, come Micrococcus luteus, hanno mostrato resistenza a farmaci di uso comune, alimentando il timore che l’alta atmosfera possa diventare un canale per la diffusione della resistenza antimicrobica.
Un rischio per i più vulnerabili
Il responsabile dello studio, Xavier Rodó, chiarisce che la quantità di microrganismi trasportata in aria non basta a scatenare epidemie. Tuttavia, in individui immunodepressi o in condizioni favorevoli, la presenza di questi patogeni potrebbe rappresentare un rischio sanitario concreto. La scoperta apre quindi nuove prospettive nella comprensione della trasmissione microbica e suggerisce l’opportunità di un monitoraggio più attento dell’aria.
Monitorare l’aria potrebbe diventare una strategia utile nella lotta contro le malattie infettive. Durante la pandemia di COVID-19, i ricercatori avevano già rilevato tracce del virus SARS-CoV-2 nell’atmosfera di Barcellona. Con le moderne tecniche di sequenziamento genetico, oggi è possibile identificare simultaneamente DNA umano, animale, vegetale e microbico, rendendo l’aria una fonte preziosa di informazioni per la salute pubblica.
Il ruolo della geochimica nell’identificazione dell’origine
Per determinare la provenienza dei microbi, gli scienziati hanno analizzato gli elementi chimici presenti nei filtri. La presenza di solfati, metalli e persino zirconio – un elemento raro – ha confermato l’origine manciuriana dell’aria campionata. I risultati a livello del suolo, raccolti in parallelo a quelli in quota, hanno rivelato una sorprendente somiglianza, indicando che i microrganismi non si limitano a restare sospesi, ma scendono anche a terra.
I “ponti troposferici” non sono un fenomeno isolato dell’Asia, ma una dinamica atmosferica globale. Venti e correnti d’alta quota trasportano non solo polveri e gas, ma anche una biodiversità invisibile fatta di microbi, virus e funghi. Questo studio pionieristico apre la strada a nuove ricerche sul ruolo dell’atmosfera nella diffusione delle malattie e nella trasformazione degli ecosistemi, ridefinendo il concetto stesso di bioaerosol.