CIRCOLARE INPS N°90 – Da giugno per 24 mesi in accredito diretto: 650€ a tutti i nati in questi anni | Meloni ha già firmato le carte
Bonus giovani - fonte pexels - palermolive.it
Arriva il Bonus giovani e donne 2025: incentivi e regole da conoscere, chi può richiederlo e come fare
Nel panorama degli incentivi all’occupazione, il decreto Coesione (DL 60/2024) introduce due misure centrali per sostenere l’ingresso nel mondo del lavoro di soggetti con fragilità occupazionali: il bonus giovani under 35 e il bonus donne. Entrambi mirano a promuovere assunzioni stabili e durature, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno grazie alla nuova Zona economica speciale unica. Tuttavia, come accade spesso in materia di agevolazioni contributive, la vera efficacia dello strumento dipende dalla corretta interpretazione delle norme e dalla capacità di evitare errori formali o sostanziali.
Uno degli aspetti cruciali riguarda la possibilità di dover restituire l’incentivo ricevuto. Se, a seguito di controlli, emerge che il lavoratore assunto non possedeva i requisiti richiesti, l’azienda può essere chiamata alla restituzione dell’agevolazione, anche in parte. Per esempio, per le assunzioni agevolate con esonero totale, come nel bonus giovani, la restituzione può essere richiesta fino al 50% a partire dal primo mese utile. La stessa logica si applica al bonus donne, rendendo essenziale una verifica accurata della documentazione prima di presentare domanda.
Le regole chiariscono anche casi più complessi, come quello dell’apprendistato interrotto. Se un giovane ha lasciato un contratto di apprendistato prima della sua naturale scadenza, può comunque essere assunto con il bonus da un altro datore di lavoro. La condizione è che il precedente contratto non si sia concluso con una conferma in organico. Un altro aspetto positivo è l’estensione dell’incentivo anche ai settori del credito e delle assicurazioni, spesso esclusi da misure simili, segnalando un cambio di passo nell’inclusività del provvedimento.
Il bonus si distribuisce nel tempo e non può essere fruito in modo anticipato. Per i giovani il beneficio si estende su 24 mesi, con un massimo mensile di 650 euro. Per le donne, invece, la durata è di 12 mesi con un tetto mensile di 500 euro. È importante ricordare che questi importi sono legati alla contribuzione datoriale effettiva. Non è quindi possibile cumulare tali esoneri con altre agevolazioni regionali, per rispettare il divieto europeo del doppio finanziamento.
Scadenze da rispettare per non perdere il bonus
Le aziende devono fare attenzione alle tempistiche. La circolare Inps n. 90/2025 ha stabilito che il primo mese utile per comunicare l’adesione è giugno 2025. Chi non riuscisse a rispettare la scadenza potrà comunque includere i mesi arretrati fino ad agosto 2025. Trascorsa questa finestra temporale, il diritto al beneficio per quei mesi va perso. Inoltre, in caso di contratti part-time, l’importo da dichiarare nella denuncia UniEMens deve essere proporzionato al tempo effettivo di lavoro.
Un altro nodo è rappresentato dal cambio di datore di lavoro. Attualmente non esiste un sistema che consenta al nuovo datore di sapere quanto del bonus è stato già fruito dal precedente. Di conseguenza, l’Inps autorizza il beneficio in modo teorico per il massimo periodo previsto, creando potenziali conflitti nella fase di subentro. Per il bonus donne, si conferma invece la possibilità di accedere anche con la prima assunzione, purché siano rispettati i criteri di svantaggio economico e occupazionale.
Riassunzione e continuità del diritto all’incentivo
L’incentivo può essere riconosciuto anche in caso di riassunzione, sia dallo stesso datore che da uno nuovo, a condizione che la lavoratrice sia nuovamente in possesso dei requisiti. Questo è particolarmente utile in contesti dove l’occupazione femminile è più discontinua, e permette di non perdere l’opportunità a causa di contratti brevi o interrotti. La misura intende così sostenere la stabilità occupazionale delle donne in settori dove la disparità di genere è ancora marcata.
Il bonus giovani e il bonus donne rappresentano strumenti validi per favorire l’inclusione lavorativa e la coesione sociale, ma richiedono un’applicazione rigorosa delle regole. Le aziende interessate devono prestare particolare attenzione ai requisiti soggettivi, alle tempistiche di comunicazione e alla compatibilità con altri incentivi. In caso contrario, il rischio è quello di trasformare un’opportunità in un contenzioso. Per questo, la consulenza tecnica e il costante aggiornamento normativo diventano elementi fondamentali per utilizzare correttamente queste misure.