Centri scommesse ancora al palo, Edy Tamajo: «Così si favoriscono canali clandestini»

C’è ancora qualche comparto della nostra economia che rimane escluso dalle riaperture previste dalla cosiddetta fase 2. Con la prevista ripresa dei campionati di calcio, un particolare settore dell’indotto non ha ancora certezze sul futuro. I centri scommesse sono infatti ad oggi chiusi e non è stata decisa alcuna data per la loro ripresa delle attività. Il gruppo di Italia Viva alla Assemblea Regionale Siciliana ha invitato formalmente il presidente della Regione Musumeci ed il governo ad assumere iniziative per accelerare l’apertura di questo importante settore economico. L’onorevole Edy Tamajo, da noi raggiunto telefonicamente, ha dichiarato: “Noi ci poniamo in antitesi con quanto sostenuto recentemente dal movimento cinque stelle con il capo politico Vito Crimi, che si augura che i centri scommesse non aprano più. Nella nostra regione il settore dà lavoro a migliaia di famiglie ed è importante dare speranza anche a loro”.

Ricordando che gli operatori dei centri scommesse e delle sale bingo sono inquadrati nell’ambito dei lavoratori dello spettacolo, e che solo recentemente sono stati ammessi a beneficiare degli ammortizzatori sociali previsti per l’emergenza Covid, Tamajo ha tenuto a precisare anche un altro aspetto da non sottovalutare: “Il movimento muove un flusso di denaro non indifferente. La chiusura dei centri scommesse potrebbe favorire interessi malavitosi. Noi vogliamo la riapertura di questa attività nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, anche per contrastare, attraverso il gioco legale e responsabile i probabili tentativi di attivazione di canali clandestini per le scommesse e il conseguente riciclaggio di denaro sporco. Ci batteremo a livello nazionale e regionale per una rapida apertura anche di queste attività”.

È proprio quest’ultimo aspetto che la politica non deve trascurare. Dal 13 giugno prossimo ricominciano gli incontri ufficiali di calcio non soltanto in Italia ma anche negli altri campionati europei. I lavoratori del settore non possono aspettare e la criminalità organizzata è sicuramente già in agguato.

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