Eventi e spettacolo

Le note del “Giuliana Di Liberto Jazz Quartet” a Castelbuono

La cantante, compositrice e autrice palermitana Giuliana Di Liberto tra i protagonisti del “Castelbuono Jazz Festival”  – che nel 2022 ha tagliato il traguardo del quarto di secolo – in programma fino al 22 agosto nel borgo madonita in provincia di Palermo. 
Ritornerai – Jazz d’autore da Tenco a De Andrè” è il titolo del concerto che si terrà mercoledì 17 agosto alle 22:00 in piazza Castello. 
Testi e suoni che hanno il sapore della libertà, in uno spettacolo che unisce la bellezza del jazz ai migliori testi dei cantautori italiani.
Sul palco con Giuliana Di Liberto anche Giuseppe Vasapolli al piano e agli arrangiamenti, Paolo Vicari alla batteria e Fulvio Buccafusco al contrabbasso.
Il biglietto di ingresso costa 17 euro e si può comprare si Ticketone o sul sito www.giulianadiliberto.com.

LA SCUOLA GENOVESE

Al centro dello spettacolo, alcune delle più belle pagine della musica italiana nel mondo che portano la firma di grandi cantautori.
In particolare, quelli della “Scuola di Genova“, movimento culturale e artistico che prese forma e si sviluppò nel capoluogo ligure, precisamente nel quartiere residenziale chiamato “Foce”. 
Un luogo divenuto leggendario perchè vide riunirsi, a partire dagli anni sessanta del ventesimo secolo, un manipolo di giovani talentuosi destinati a determinare una vera e propria rivoluzionare autoriale nella canzone italiana.
Ne fecero parte nomi quali Gian Franco e Gian Piero Reverberi, Giorgio Calabrese, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi e Fabrizio De André.
“Mi sono innamorato di te”, “Lontano lontano”, “Ritornerai”, “Io che amo solo te” sono alcune tra le gemme musicali che il pubblico ascolterà e che il “Giuliana Di Liberto Jazz Quartet” rileggerà in chiave jazzistica nel corso della serata. 

LE PAROLE DELL’ARTISTA

“Raccontiamo – spiega Giuliana Di Liberto in merito allo spettacolo – un momento storico in cui il jazz influenza manifestatamente le più belle canzoni d’autore genovesi e di altri padri del nostro cantautorato”.
“Interpretare questa musica significava innanzitutto libertà – osserva – e tirarsi fuori da schemi rigidi e lineari”.
“Le melodie-armonie – prosegue – nascevano nel momento stesso in cui venivano suonate, le note si susseguivano e si intrecciavano motu proprio“.
Un periodo in cui, come spiega la stessa artista, i musicisti subivano il fascino irresistibile delle note jazz.
Soprattutto, in un momento particolare in cui i cantautori italiani più attenti ai grandi temi del dibattito politico ricercavano spasmodicamente un nuovo filone in contrapposizione con la musica di intrattenimento
Tra essi, appunto, Luigi Tenco, Giorgio Gaber, Gino Paoli, Bruno Lauzi e Fabrizio De Andrè. 
“Improvvisamente con le canzoni si può raccontare di tutto – sottolinea –  il tempo, la nostalgia, la vita, la morte, il disagio esistenziale, anche utilizzando termini impensabili prima”. 
Non a caso, qualcuno ha usato la definizione di “realismo poetico” per connotare un’esperienza culturale e artistica che si radica su un terreno musicale dove si innesta la tradizione italiana con il jazz. 

 

 

 

 

Published by
Marianna La Barbera