Economia

Caro voli, verso la vittoria delle compagnie aeree: il governo elimina il tetto ai prezzi

Il discusso decreto elaborato dal governo per arginare il caro voli va incontro a una prima revisione. Con un emendamento al dl Asset, infatti, l’esecutivo elimina il tetto ai prezzi (200% del costo medio) e per limitare l’utilizzo degli algoritmi affida poteri all’Antitrust, che verificherà l’eventuale iniquità del prezzo della compagnia aerea, in base ai principi di abuso di posizione dominante e di intesa restrittiva della concorrenza. Le condotte praticate sulle rotte per le isole, il periodo di picco di domanda stagionale e i prezzi superiori del 200% della tariffa media del volo – è scritto nella relazione tecnica – sono considerati circostanze e indizi dei quali l’Autorità può tener conto.

La norma contro il caro voli

Lo scorso 7 agosto il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto Asset. Nello specifico, il testo prevedeva lo stop agli algoritmi che alzano i prezzi per le rotte nazionali da e per le isole durante un periodo di picco di domanda per la stagionalità o durante uno stato di emergenza nazionale e se il prezzo di vendita è del 200% superiore alla tariffa media.  Definiva anche una “pratica commerciale scorretta” l’impiego  di procedure automatizzate di determinazione delle tariffe basate su attività di profilazione web dell’utente o modello di dispositivo usato per le prenotazioni, quando esso comporti un pregiudizio economico.

Il decreto ha mandato su tutte le furie le compagnie aeree, in particolare Ryanair da cui sono giunte dichiarazioni senza mezzi termini contro la norma. L’ultima in ordine di tempo quella dell’amministratore delegato Michael O’ Leary, che durante la conferenza stampa di presentazione dell’offerta stagionale a Milano, ha detto: “È un decreto stupido e idiota, che ridurrà i voli aumentando le tariffe. Abbiamo già ridotto i voli del 10% in Sardegna e lo faremo quest’inverno per la Sicilia” (LEGGI QUI).

“Una mossa non coraggiosa da parte del governo”

L’emendamento al dl Asset, tuttavia, non manca di suscitare anch’esso polemiche. “L’ennesima marcia indietro del governo per contrastare il caro voli soprattutto da e per le isole non stupisce – ha dichiarato il segretario generale della Filt Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu -. Fin da quando il governo nazionale annunciò tale provvedimento, positivo seppur tardivo, si intuiva che ci fosse dietro la campagna elettorale”.

“Non sono specificate bene neppure le azioni che dovranno essere messe in atto in base alla profilazione web – ha aggiunto il sindacalista -. In poche parole l’elefante ha partorito un topolino. Meglio sarebbe stato convocare congiuntamente al tavolo ministeriale le compagnie aeree, le società di gestione e le organizzazioni sindacali. Solo con questa modalità, si sarebbe potuto costruire un percorso condiviso che, oltre ad evitare il caro-voli, avrebbe affrontato in maniera seria l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro soprattutto nei confronti delle compagnie low cost che usufruiscono di centinaia di milioni di euro di contributi”.

“Siamo preoccupati per questo passo indietro del governo rispetto ai tetti massimi per le tariffe aeree perché ritenevamo che, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti da e per le isole, fosse un aspetto fondamentale per evitare quella speculazione che viene fatta dai vettori in maniera spropositata”. A dirlo è il segretario generale della Uil Trasporti Sardegna, William Zonca. “Per questo motivo riteniamo una mossa non coraggiosa da parte del governo che invece doveva tenere la barra dritta su su questa idea del tetto massimo – ha proseguito -. A questo punto pensiamo che in prospettiva di un nuovo bando sulla continuità territoriale venga meglio specificata la possibilità di incrementare le tariffe con un prezzo calmierato che sicuramente non può più essere lasciata solo in mano ai vettori, magari con l’aiuto dell’Antitrust per evitare speculazioni sui passeggeri”.

 

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Redazione PL