Salute e Famiglia

Burioni: «Il Paxlovid è la scoperta più importante sul Covid dopo il vaccino»

Il virologo Roberto Burioni, docente all’Università San Raffaele di Milano, nel corso del suo intervento a “Che tempo che fa”, il programma di Fabio Fazio che va in onda la domenica sera su Rai 3, ha parlato dell’antivirale Paxlovid, arrivato di recente anche in Italia: «Un farmaco con queste caratteristiche di efficacia e sicurezza è un passo decisivo. È secondo solo all’ottenimento dei vaccini». L’esperto ha spiegato come funziona, confermando che si tratta di una scoperta fondamentale nella lotta al Covid. Ha ribadito che, tuttavia, non diminuisce l’importanza delle vaccinazioni. «Il Paxlovid – ha detto Burioni –, è un farmaco antivirale, difficile da ottenere perché questo tipo di farmaci devono essere un veleno selettivo: deve fare male al virus ma non al paziente».

RIDUCE IL PERICOLO DI OSPEDALIZZAZIONE E DI MORTE

Il virologo ha ricordato lo studio clinico, pubblicato il 16 febbraio, giovedì scorso, sul New England Journal of Medicine, che ha analizzato la sicurezza e l’efficacia di questo farmaco. Accertando che la pillola antivirale Paxlovid di Pfizer riduce il pericolo di ospedalizzazione e morte in pazienti Covid non vaccinati e ad alto rischio di progressione della malattia in forma grave. I pazienti trattati hanno un rischio dell’89% più basso rispetto a quelli non trattati. «Se andiamo a vedere meglio i dati, ─ ha spiegato il virologo ─, questo studio ha preso in esame 2000 pazienti, metà dei quali sono stati curati col Paxlovid. Le 13 morti che si sono verificate erano tutte nel gruppo di persone che non erano state trattate».

DEVE ESSERE SOMMINISTRATO NEI PRIMI 5 GIORNI

Burioni ha affermato che potrebbe essere una svolta decisiva nella lotta al Covid, anche perché è facile da somministrare. Ha spiegato che «si tratta di compresse che si prendono per bocca per alcuni giorni. Ma queste terapie sono efficaci solo se sono somministrate precocemente. Se si tarda, non funzionano più. Abbiamo, dal momento in cui il paziente comincia ad avere i sintomi, solo 5 giorni di tempoSprecare qualcosa di così prezioso per un disorganizzazione sarebbe davvero imperdonabile. Ricordiamoci che la disponibilità di un farmaco antivirale non diminuisce l’importanza della vaccinazione. Pensare di non vaccinarsi perché c’è un antivirale è come pensare di guidare in maniera scriteriata perché c’è un buon ospedale nelle vicinanze».

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Pippo Maniscalco