BOLLO AUTO – ZERO EURO, Il trucco legale di molti automobilisti: così non pagano MAI la tassa di circolazione

auto passeggero (pexels) - palermolive
C’è un modo per evitare il pagamento del bollo auto, ed è perfettamente legale: in tanti lo fanno già, ma pochi lo sanno davvero.
Ogni anno il bollo auto si ripresenta puntuale come una tassa odiata da milioni di italiani. Un’imposta di possesso, più che di circolazione, che va pagata anche se l’auto rimane ferma in garage, e che spesso viene dimenticata con conseguenti sanzioni e interessi. Ma c’è chi, pur avendo un’auto, non versa nemmeno un euro, sfruttando una serie di regole e agevolazioni che, sorprendentemente, sono pienamente previste dalla legge.
Molti automobilisti italiani hanno infatti scoperto alcuni metodi legali per ridurre o addirittura azzerare completamente il pagamento del bollo. Il trucco sta tutto nel tipo di veicolo, nella sua alimentazione, nella sua età e persino nella regione in cui si vive. In alcune aree d’Italia, le esenzioni sono molto più vantaggiose che in altre: una giungla normativa che, se conosciuta, può far risparmiare cifre importanti ogni anno.
Uno dei casi più diffusi è l’esenzione per i veicoli ultratrentennali: le auto storiche, purché iscritte ai registri ufficiali e non utilizzate per scopi professionali, non pagano più il bollo ma solo una tassa di circolazione molto ridotta.
Anche le auto ibride ed elettriche beneficiano di agevolazioni importanti, con esenzioni che variano da 3 a 5 anni in base alla regione. In Lombardia, ad esempio, chi acquista un veicolo elettrico non paga mai più il bollo, per tutta la durata della vita dell’auto.
Perché l’Italia resta un caso unico in Europa
Mentre gli automobilisti italiani si barcamenano tra classi ambientali e potenza in kilowatt, nel resto d’Europa le cose sono molto diverse. E molto più semplici. Quasi tutti i Paesi dell’Unione calcolano le tasse automobilistiche – sia per l’acquisto che per il possesso – in base alle emissioni di CO₂, un criterio chiaro, trasparente e legato all’impatto ambientale.
In Italia, invece, la situazione è decisamente più complessa. Per le auto nuove, la tassa di immatricolazione è legata alla potenza espressa in kW e alle emissioni, un metodo che condivide solo con la Slovacchia. La maggior parte dei Paesi europei punta solo sulla CO₂, mentre Belgio, Grecia, Polonia, Portogallo e Romania considerano ancora la cilindrata. Ci sono anche Stati virtuosi che non applicano alcuna tassa di immatricolazione, come Germania, Svezia, Lussemburgo e Regno Unito.
Bollo auto: il criterio tutto italiano che fa discutere
Ma è sul bollo annuale che l’Italia si distingue davvero. Il nostro Paese adotta un sistema unico: il calcolo è basato sulla potenza del motore (in kW) e sulla classe ambientale Euro del veicolo. Un’impostazione che, oggi, ha pochi equivalenti in Europa. Solo Austria, Bulgaria e Ungheria usano ancora la potenza in kW. In Spagna si usano i cavalli fiscali, mentre la maggior parte dei Paesi europei adotta un criterio molto più diretto: paghi in proporzione alla CO₂ che emetti.
E poi ci sono le nazioni dove il bollo auto non esiste proprio. Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Lituania, Polonia e Slovacchia hanno abolito la tassa di possesso, ritenendola incoerente con gli obiettivi ambientali e con la mobilità moderna. Un approccio che in Italia sembra ancora lontano, ma che riaccende un dibattito: è giusto pagare una tassa solo per possedere un veicolo?