Bollo auto, approvato il secondo salasso in via definitiva: altro che abolizione | Dal martirio risparmiati solo i nuovi acquisti entro giugno

Bollo auto - fonte pexels - palermolive.it
Una novità che esclude molti tipi di automobili dall’obbligo del pagamento del bollo auto
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una significativa revisione della normativa fiscale relativa alla tassazione delle auto aziendali concesse in uso ai dipendenti. Dal 1° gennaio 2025, infatti, entra in vigore un nuovo sistema di calcolo dei fringe benefit basato sulla tipologia del veicolo, superando il precedente criterio legato alle emissioni di CO2. Questa riforma mira a favorire la transizione ecologica e incentivare l’utilizzo di mezzi meno inquinanti.
Una delle principali novità riguarda il metodo di determinazione della quota imponibile da assoggettare a tassazione. Il nuovo criterio prevede l’applicazione di una percentuale sull’importo determinato in base a una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri l’anno, calcolata secondo i costi chilometrici riportati nelle tabelle ACI. Le percentuali da applicare variano a seconda della tipologia di alimentazione del veicolo: 50% per auto a benzina e diesel, 20% per le ibride plug in e solo 10% per le auto completamente elettriche.
Il nuovo sistema premia chiaramente i veicoli a basse o nulle emissioni. L’incentivo fiscale è massimo per le auto elettriche, la cui tassazione in busta paga è drasticamente ridotta. Anche le ibride plug in godono di una tassazione favorevole rispetto ai veicoli a combustione tradizionale. Questo orientamento si inserisce in un più ampio contesto di politiche ambientali che intendono incoraggiare aziende e lavoratori a optare per mezzi di trasporto più sostenibili.
Il Decreto Legge Bollette, convertito in legge a fine aprile, ha previsto una deroga temporanea per gli ordini effettuati entro il 31 dicembre 2024. In questi casi, se la consegna del veicolo avviene entro il 30 giugno 2025, continueranno ad applicarsi le regole del 2024. Questa eccezione permette ai datori di lavoro di beneficiare del precedente sistema, che prevedeva tassazioni più flessibili in base alle emissioni, anche per veicoli a combustione interna.
Il superamento del criterio delle emissioni
Con la riforma, viene abbandonato il precedente schema che prevedeva tassazioni graduate secondo fasce di emissione: dal 25% per i veicoli più virtuosi fino al 60% per quelli più inquinanti. Questo cambio di rotta rappresenta un’inversione di tendenza per alcuni veicoli di grossa cilindrata: le auto con emissioni superiori a 190 g/km, ad esempio, vedono scendere la loro tassazione dal 60% al 50%, paradossalmente risultando meno penalizzate rispetto al passato.
La tassazione dei fringe benefit in busta paga sarà ora legata a parametri più oggettivi e semplici da calcolare, come il tipo di alimentazione e i costi standard indicati dalle tabelle ACI. Questo semplifica il lavoro per i datori di lavoro e i consulenti del lavoro, rendendo più trasparente e prevedibile il peso fiscale delle auto aziendali per i dipendenti.
Attenzione alla data del contratto, non dell’ordine
Un aspetto centrale delle nuove disposizioni riguarda la rilevanza della data del contratto tra datore di lavoro e dipendente. Le nuove regole si applicano solo ai contratti stipulati dal 1° gennaio 2025 in poi, a prescindere dalla data di ordine del veicolo. Questo significa che, per beneficiare del vecchio regime, è necessario che l’accordo formale sia stato siglato entro il 2024.
Le novità introdotte rafforzano l’impegno del legislatore verso una mobilità aziendale più sostenibile, incentivando l’adozione di veicoli elettrici e plug in. Al contempo, impongono un maggior onere fiscale sui veicoli più inquinanti, orientando le scelte aziendali verso un parco auto meno impattante sull’ambiente. La riforma fiscale rappresenta così non solo un cambiamento tecnico, ma anche una leva per trasformare le abitudini di mobilità del mondo del lavoro.