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Soldi (Pixabay) PalermoLive

Si continua sempre più a parlare di energie rinnovabili e le nuove ricerche sono sorprendenti. Cosa c’è da sapere. 

La transizione energetica è un processo globale di trasformazione del sistema energetico attuale, basato prevalentemente sull’utilizzo di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), verso un sistema più sostenibile, efficiente e a basse emissioni di carbonio. Questo cambiamento radicale è motivato principalmente dalla necessità di contrastare i cambiamenti climatici.

Il fulcro della transizione energetica è rappresentato dallo sviluppo e dalla diffusione delle fonti di energia rinnovabile, come l’energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e da biomasse. Queste fonti, a differenza dei combustibili fossili, sono inesauribili e producono quantità significativamente inferiori di gas serra durante il loro funzionamento.

Oltre all’incremento delle rinnovabili, la transizione energetica implica anche un miglioramento dell’efficienza energetica in tutti i settori (industria, trasporti, edilizia), la promozione dell’elettrificazione dei consumi, lo sviluppo di sistemi di stoccaggio dell’energia (come le batterie) e l’ammodernamento delle infrastrutture.

La transizione energetica non è solo una sfida tecnologica, ma anche economica, sociale e politica. Richiede ingenti investimenti in nuove infrastrutture e tecnologie, la creazione di nuovi modelli di business, la riqualificazione della forza lavoro e un quadro normativo stabile e incentivante a livello nazionale e internazionale per accelerare il passaggio verso un futuro energetico più pulito e sicuro.

L’idrogeno: nuova energia

L’idrogeno sta emergendo come un promettente vettore energetico per un futuro a basse emissioni. Attualmente, si investe nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie per la sua produzione, stoccaggio e utilizzo efficiente. L’obiettivo principale è produrre idrogeno “verde” attraverso l’elettrolisi dell’acqua alimentata da fonti rinnovabili.

Le applicazioni dell’idrogeno sono molteplici: dalla mobilità sostenibile, con auto e mezzi di trasporto a celle a combustibile, alla produzione di calore ed elettricità in centrali dedicate o in cogenerazione. Si esplora anche il suo impiego in processi industriali ad alta intensità energetica, come la produzione di acciaio e cemento, dove l’elettrificazione diretta risulta più complessa.

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Sfruttare l’urina per creare idrogeno

Una ricerca scientifica ha esplorato la possibilità di utilizzare l’urina come fonte per la produzione di idrogeno. L’urina contiene urea, una molecola ricca di idrogeno. Il processo studiato prevede l’elettrolisi dell’urea, che richiede una quantità di energia inferiore rispetto all’elettrolisi dell’acqua, rendendo potenzialmente il processo più efficiente dal punto di vista energetico.

Alcuni studi hanno dimostrato la fattibilità di estrarre idrogeno dall’urina utilizzando elettrodi specifici, spesso a base di nichel, capaci di ossidare l’urea. Sebbene la quantità di idrogeno prodotta per litro di urina sia ancora limitata, la ricerca mira a ottimizzare il processo per rendere questa fonte alternativa di energia più praticabile e sostenibile.