Cronaca di Palermo

Blocco tir, Musumeci: “Rischio di appesantire una situazione già difficile al Sud”

La protesta degli autotrasportatori arriva anche a Palermo, col blocco dei tir nella zona del porto. Una ventina di mezzi ha occupato l’area tra due varchi in via Crispi, mentre un altro gruppo è davanti all’ingresso nella zona del molo Santa Maria.

“Il permanere della vertenza degli autotrasportatori per il caro carburanti rischia di appesantire, ancora di più, una situazione economica già difficile nelle regioni meridionali. Situazione che si sta aggravando anche a causa del conflitto in Ucraina, ma che coinvolge tutte le nazioni europee e quindi anche noi”. Così ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

“Per questo motivo, dopo avere sentito il collega governatore della Puglia Michele Emiliano, abbiamo concordato con il presidente della Conferenza della Regioni, Massimiliano Fedriga, di intervenire sul governo nazionale: servono provvedimenti urgenti e risolutivi“.

Blocco tir: scaffali vuoti e mancato rifornimento

Il blocco al porto di Palermo si unisce a quello a Catania presso il casello di San Gregorio. Una protesta che si espande a macchia d’olio e che ha visto nel giro di tre giorni il triplicarsi dei presidi. Gli effetti sono già visibili nei supermercati cittadini: gli scaffali si svuotano perché i rifornimenti non arrivano (QUI il video).

Situazione critica anche al mercato ortofrutticolo del capoluogo, come spiega a Palermo Live il responsabile Alberto Argano. “Sino a martedì siamo riusciti a rifornirci e riempire le celle frigorifere. Per quanto concerne mele e pere provenienti dal nord abbiamo autonomia per un’altra settimana. Dopo di ciò andiamo in tilt. Per i prodotti esotici di importazione abbiamo il blocco: non abbiamo più nulla. Per le città della Sicilia orientale abbiamo il blocco, quindi da Catania, Ragusa, Vittoria e Licata da venerdì non potremo fornire più prodotti”.

L’allarme di Coldiretti Sicilia

Intanto Coldiretti Sicilia continua a lanciare l’allarme sugli effetti della protesta. “Il blocco dei tir sta facendo peggiorare la situazione dell’agricoltura siciliana di ora in ora”, avverte.

“In questo momento siamo in piena campagna agrumicola. Significa che c’è il lavoro di un intero anno di migliaia di persone che sarà buttato non solo perché è bloccato nell’Isola ma soprattutto perché stanno fioccando le disdette di ordini che vengono siglati con paesi esteri. In parole povere, sugli scaffali della grande distribuzione organizzata non ci sarà un agrume siciliano compreso il famoso limone interdonato così come gli ortaggi tra cui il pomodoro di Pachino. Bloccando la raccolta e il confezionamento di tutte le produzioni si ferma l’intero sistema economico: la gente sta a casa”.

“Le proteste vanno fatte con le giuste modalità e il supporto delle istituzioni regionali a chi non mostra certo le regole è davvero un comportamento che dà le spalle a tutto il sistema agricolo siciliano”, aggiunge Coldiretti. “Non c’è un solo comparto che non stia subendo i contraccolpi di questa situazione. Da quello zootecnico, con latte, formaggi yogurt e animali da vita bloccati, a quello ortofrutticolo fino ai frutti tropicali su cui gli agricoltori hanno investito proprio perché esportati”.

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Redazione PL