Bancomat, cambio storico in Italia: dal 28 giugno nuova procedura per i prelievi, PIN a rischio | Te lo vede chiunque
Bancomat - fonte pexels - palermolive.it
Dal 28 giugno cambia tutto: parte la rivoluzione dell’accessibilità digitale che coinvolge anche le banche
Entra ufficialmente in vigore l’Accessibility Act, la direttiva europea che promette di trasformare profondamente il modo in cui accediamo ai servizi digitali e tecnologici. Si tratta di un passaggio storico, pensato per garantire parità di accesso a tutti i cittadini, comprese le persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive. Un cambiamento che coinvolgerà il mondo bancario, i trasporti, le piattaforme digitali e l’e-commerce, e che avrà un impatto concreto sulla vita quotidiana di milioni di persone.
L’Accessibility Act nasce nel 2019 come Direttiva 2019/882, con l’obiettivo di armonizzare le normative sull’accessibilità nei diversi Paesi dell’Unione Europea. Il suo fondamento si trova nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, e si inserisce in una più ampia strategia europea per l’inclusione. L’Italia ha recepito la direttiva con il decreto legislativo n. 82/2022, estendendone l’applicazione anche al settore privato, ampliando i principi già introdotti con la Legge Stanca del 2004.
Con l’entrata in vigore dell’Accessibility Act, tutti i nuovi prodotti e servizi digitali dovranno essere progettati per essere accessibili fin dalla loro immissione sul mercato. Questo significa che operazioni quotidiane come un prelievo al bancomat, l’acquisto di un biglietto in stazione o una chiamata al 112 dovranno essere fruibili anche da chi ha limitazioni fisiche o sensoriali. Il principio guida è quello del “design for all”: un’innovazione tecnologica che non esclude nessuno.
Le novità introdotte dalla direttiva coinvolgono diversi ambiti della vita pubblica e privata. Le banche dovranno rendere accessibili i propri sportelli e le piattaforme digitali. I trasporti pubblici dovranno garantire che i distributori automatici e le app per l’acquisto di biglietti siano utilizzabili anche da utenti con disabilità. Le piattaforme di e-commerce, le app mobili e i servizi di assistenza emergenza dovranno essere adattati per poter essere usati senza barriere, anche da chi non può usare un mouse o ha difficoltà cognitive.
Chi è obbligato ad adeguarsi alla norma
L’obbligo di conformarsi ai nuovi standard non sarà universale: riguarda infatti solo le imprese con più di 10 dipendenti e un fatturato superiore a due milioni di euro. Le microimprese, salvo che operino in settori cruciali come quello bancario o dei servizi pubblici essenziali, saranno esentate. Questa distinzione punta a tutelare i piccoli operatori, senza però compromettere il livello generale di accessibilità richiesto per il futuro.
Le aziende che non si adegueranno rischieranno sanzioni consistenti. Le multe potranno arrivare fino a 40.000 euro per ogni prodotto o servizio non conforme, e fino a 30.000 euro in caso di mancata collaborazione con le autorità o di inadempienza alle disposizioni correttive. Per le grandi imprese, con fatturati superiori ai 500 milioni di euro, la sanzione potrà addirittura raggiungere il 5% del fatturato annuo, rappresentando un deterrente potente per chi dovesse sottovalutare la portata della normativa.
Un processo graduale ma irreversibile
Sebbene la scadenza definitiva per l’adeguamento completo sia fissata al 28 giugno 2030, l’entrata in vigore degli obblighi per i nuovi prodotti e servizi rappresenta un primo passo concreto verso una società più equa. L’Italia, come gli altri Paesi dell’Unione, sarà chiamata a monitorare il rispetto delle regole e a garantire che il processo di transizione proceda con efficacia e trasparenza.
Il valore dell’Accessibility Act va ben oltre le questioni tecniche e normative: rappresenta una svolta culturale, una presa di coscienza collettiva dell’importanza dell’inclusione digitale. Rendere accessibili le tecnologie significa abbattere barriere invisibili, restituire dignità a milioni di persone e costruire una società davvero aperta e giusta per tutti. Dal 28 giugno 2025, l’accessibilità non sarà più un’opzione, ma un obbligo. E un diritto.