AVVISO IMPORTANTE – Agenzia delle Entrate: ma quali verdi, sono queste le lettere più temute | Te le spediscono in una cassetta segreta

agenzia-entrate (cna) - palermolive

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Le ricevi in silenzio, spesso neanche te ne accorgi. Ma se le ignori, possono costarti caro.

Ogni anno milioni di italiani si mettono alla scrivania – da soli o con il commercialista – per affrontare uno degli obblighi più temuti: la dichiarazione dei redditi. Un passaggio obbligato per chiunque percepisca un reddito e voglia restare in regola con il Fisco. Ma cosa succede se qualcosa non torna? E, soprattutto, come si viene a sapere che qualcosa non va?

Negli ultimi tempi, sempre più contribuenti hanno raccontato un’esperienza simile: una comunicazione inaspettata, discreta ma dal tono serio, recapitata via PEC o per posta. Non è una raccomandata verde, ma fa lo stesso effetto. Dentro, c’è un messaggio chiaro e tagliente: c’è qualcosa che non convince nella tua dichiarazione.

La questione non riguarda solo gli evasori incalliti o chi ha saltato qualche passaggio: può capitare a chiunque. Un errore formale, un dato dimenticato, una svista su un affitto percepito. Il sistema di controllo incrociato dell’Agenzia delle Entrate, sempre più avanzato e digitale, incrocia i dati dei contribuenti con quelli in possesso delle banche, dell’INPS e di altri enti. E quando trova qualcosa che non quadra, agisce.

Ed è qui che entrano in scena le lettere di compliance, uno degli strumenti più silenziosi ma incisivi dell’intero arsenale dell’Amministrazione Finanziaria.

Lettere di compliance: l’avvertimento (gentile) prima della tempesta

Si chiamano così: “lettere di compliance”. Dietro questo nome tecnico si nasconde una delle comunicazioni fiscali più rilevanti e, per certi versi, più temute. Sono notifiche inviate dall’Agenzia delle Entrate quando vengono riscontrate anomalie tra i dati presenti nelle banche dati fiscali e quanto dichiarato dal contribuente.

Queste lettere contengono informazioni dettagliate: l’errore riscontrato, il tipo di reddito non dichiarato (come canoni di locazione o compensi occasionali), il codice identificativo della comunicazione e, soprattutto, le istruzioni per rimediare.

La buona notizia è che, se si agisce subito, si può sistemare tutto senza sanzioni pesanti, grazie al cosiddetto ravvedimento operoso. In pratica, si corregge l’errore riconoscendolo spontaneamente e si paga una sanzione ridotta. Tutto può essere gestito direttamente dal proprio Cassetto fiscale, tramite l’area riservata dell’Agenzia o il servizio CIVIS.

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Come comportarsi se ricevi la famigerata comunicazione

Ricevere una lettera di compliance non è un’accusa, ma un’opportunità. L’Agenzia ti sta dando la possibilità di correggere prima di partire con un accertamento ufficiale, che avrebbe conseguenze ben più pesanti. Tuttavia, non bisogna sottovalutarla né ignorarla.

Se ritieni che la comunicazione sia corretta, puoi procedere con una dichiarazione integrativa, pagando quanto dovuto con sanzioni e interessi ridotti. Se invece sei certo di essere nel giusto, puoi contestare la comunicazione inviando tutta la documentazione utile a dimostrare la tua posizione. Anche questo passaggio può essere fatto tramite il portale CIVIS o con l’assistenza di un professionista.