Lifestyle

Audrey Hepburn, trent’anni fa ci lasciava un’icona senza tempo

Trent’anni fa ci lasciava Audrey Hepburn. La protagonista di Colazione da Tiffany e Vacane Romane è morta nel sonno il 20 gennaio 1993.

Audrey Hepburn, ancora oggi un’icona di stile

Per tutte le donne di oggi il tubino nero è un capo immancabile. Tutte nel nostro armadio ne abbiamo uno. Ma pochi sanno che è proprio la Hepburn ad aver reso tutto questo possibile.

Nel film colazione da Tiffany per la prima volta Audrey Hepburn indossa un tubino nero Givenchy impreziosito da tiara, collana di perle e guanti. Da quella prima volta sullo schermo si innescò una vera e propria rivoluzione, rendendo il tubino un capo ricercatissimo tra le donne degli anni ’80 e ’90.

Non solo il tubino ma anche gli occhiali da sole cat-eye, gli shorts, l’attrice di fama mondiale era una vera e propria icona degli anni’50. Ad oggi il suo stile è ancora fonte d’ispirazione per stilisti ma non solo, qualsiasi donna almeno una volta ha cercato ispirazione da Audrey Hepburn, rendendola di fatto un’icona senza tempo.

La passione per i bambini e il volontariato

L’ultima parte della sua vita la Hepburn la dedicò ai bambini. Nel 1988 fu nominata ambasciatrice speciale dell’UNICEF, iniziando una lunga attività di volontariato e beneficenza nel mondo.

Nel 1988 volò in Etiopia per visitare l’orfanotrofio di Macallè, facendo recapitare del cibo per i 500 bambini ospiti della struttura. Audrey Hepburn rimase sconvolta da questo viaggio, dichiarando poco dopo: “Mi si è spezzato il cuore. Non posso sopportare l’idea che due milioni di persone stiano morendo di fame. […] Il termine “Terzo Mondo” non mi piace perché siamo tutti parte di un mondo solo. Voglio che la gente sappia che la maggior parte degli esseri umani sta soffrendo”.

Dopo L’Etiopia, l’attrice, si è recata in Turchia, America del Sud, Centro America, Bangladesh e Vietnam. Nel 1989 si recò in Sudan, durante la guerra civile, per far recapitare beni di prima necessità alla popolazione.

Quattro mesi prima della sua morte nel settembre del ’92, si recò in Somalia, l’ultimo dei suoi viaggi definito da lei stessa <<apocalittico>>: “Ci sono tombe ovunque. Lungo la strada, sulle rive dei fiumi, vicino a ogni campo… ci sono tombe ovunque”. Sempre nello stesso anno il Presidente Bush la premiò con uno dei più importanti riconoscimenti per un civile statunitense: la medaglia presidenziale della libertà, per il suo impegno con l’UNICEF.

Published by
Roberta Rizzo