Economia

Asu, richiesto tavolo tecnico al Governo: lavoratori sul piede di guerra

Non è ancora giunta al termine la battaglia dei lavoratori Asu. Dopo anni di precariato, con l’articolo 36 della Finanziaria regionale, l’Ars aveva provveduto a stabilizzare gli oltre 4500 lavoratori di vari settori tra cui Sanità, Scuola e Beni Culturali. Tuttavia, il Governo Draghi ha impugnato l’articolo, bloccando tale processo in itinere.

La situazione di questi lavoratori è oggi, dunque, quanto mai incerta; d’altronde, in questo quadro si inserisce anche un fondo destinato all’integrazione oraria che era inizialmente di dieci milioni di euro – ora divenuti cinque – con una proposta di un contributo unico da parte del Governo regionale che sta facendo molto discutere.

Il tavolo tecnico

Ora una nuova notizia mette in allerta i lavoratori. L’assessore al Lavoro e alle politiche sociali, Antonio Scavone, ha infatti inviato una lettera al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, dopo le precedenti di giugno e settembre. Si torna dunque a sollecitare l’istituzione di un tavolo tecnico per risolvere la questione dei 4500 lavoratori Asu, impiegati da oltre vent’anni negli enti locali siciliani.

“Una stabilizzazione che – precisa l’assessore – è prevista da una specifica norma regionale, l’art. 36 della legge regionale 9/2021, impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri”.

“La mia lunga storia politica – evidenzia Scavone –  ha sempre puntato su due precondizioni essenziali: il rispetto reciproco e la ricerca del dialogo. Tuttavia devo registrare, con non poca amarezza, che in questo caso questi strumenti non hanno funzionato. Ma una cosa è certa: la vicenda degli Asu è ancorata a un rispetto di equità sociale che va rivendicato a gran voce. E questo è quello che farà il governo regionale fino alla fine del proprio mandato”. 

Lavoratori Asu sul piede di guerra

Gli Asu del settore dei Beni Culturali non son, però, molto convinti della questione. “Al momento nessun tavolo tecnico è previsto a Roma, anche perché il governo siciliano ha deciso di opporsi all’impugnativa verso l’art. 36 ricorrendo alla Corte Costituzionale, e pur sapendo di perdere al 100%. Mancano le somme a regime e questo scoglio per lo Stato è insormontabile. Ancora una volta ci prendono in giro, ci dilatano per almeno altri 18 mesi, per sentirsi dire che è tutto da rifare”. Così dichiara Barbara Gambino, lavoratrice Asu.

“Ci spiegate come si fa ad aprire un tavolo a Roma cercando mediazione, e dall’altra parte porsi contro lo Stato ricorrendo all’impugnativa? O l’uno o l’altro. Noi lavoratori non possiamo più permettere di essere presi in giro”.

Gli Asu si dichiarano – aggiunge Barbara Gambino – “pronti ad agire per vie legali contro la Regione Siciliana e a richiedere il riconoscimento come lavoratori. Chiediamo a gran voce l’integrazione e non accettiamo elemosina. Chiediamo che dei 10 milioni previsti ad oggi nell’art. 4 della legge venga concessa integrazione oraria”.

“Lavoratori Asu. Senza contratto. Senza contributi. Senza integrazione oraria. Ma con la divisa della Regione Siciliana: un ossimoro!”. Così conclude Barbara Gambino. Intanto, mercoledì durante la seduta dell’Ars si tornerà a parlare dell’argomento.

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Redazione PL