Un inizio scolastico molto complicato a Palermo dove tanti studenti con disabilità si trovano senza assistente all’autonomia e alla comunicazione e in alcuni casi anche di assistente igienico-sanitario. In tanti operatori Asacom hanno rinunciato all’incarico perché da quest’anno, come comunicato dal Comune di Palermo è obbligatoria la partita iva. La difficoltà di copertura per l’assistenza di alunni con disabilità è avvalorata dalla pubblicazione di un nuovo bando pubblicato sul sito istituzionale del Comune del capoluogo siciliano un avviso di apertura di finestra temporale straordinaria per l’aggiornamento dell’elenco graduato triennale di profilo A per il servizio di Assistenza all’Autonomia e alla Comunicazione dei minori con disabilità frequentanti le scuole Statali del 1^ ciclo del Comune di Palermo, approvato con D.D. 15711 del 30/10/2025 (QUI TUTTE LE INFO).
Sono circa 400 gli studenti con disabilità rimasti ancora senza assistenza. Tra questi bambini ci sono i figli di Antonio Sorano e Giuseppe De Lisi, due padri che hanno deciso di raccontare alla nostra redazione i disagi con cui sono costretti a vivere dall’inizio della scuola a causa dell’assenza di assistenti alla comunicazione.
“Mio figlio ha 9 anni, è in sedia a rotelle in quanto affetto da una malattia rara. Ha difficoltà nel verbale, non deambula ed ha bisogno di assistenza 24h su 24. Da settembre non viviamo più: io o mia moglie dobbiamo recarci a scuola per fare mangiare o bere mio figlio. Ma quando per qualsiasi motivo noi non possiamo andare all’istituto scolastico il bambino rimane a digiuno e senza bere. Mia moglie è spesso costretta a rinunciare ad andare a lavoro perché altrimenti mio figlio non può mangiare”.
Gli operatori scolastici possono cambiare il pannolino del bambino, ma non sono autorizzati all’imboccatura: “Questa responsabilità non se la prendono e li posso capire – sottolinea Sorano -, se mio figlio si affoga e succede qualcosa la responsabilità è loro. Io in primis non voglio che il personale scolastico rischi il licenziamento per me. Non è mancanza di sensibilità da parte loro, ci mancherebbe”.
Situazione in stallo e ancora una volta le istituzioni sono indietro in un argomento che in una società civile dovrebbe avere la priorità: “Ho scritto alla Segreteria Generale della Presidenza della Repubblica che ha risposto sollecitando il Comune di Palermo, l’Assessorato Regionale alla Salute e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia ma ancora nulla si è mosso. L’assessore Aristide Tamajo mi aveva promesso durante un incontro avuto una settimana fa che l’indomani mattina avrebbe risolto la situazione, ma nulla ancora è cambiato”.
Si sta giocando con la salute di questi bambini: “L’assistente alla comunicazione di mio mi ha chiamato comunicando che si ritirava perché aprire la partita iva non le conveniva. Come dare torto a queste figure professionali, ma di fatto si tratta di interruzione di pubblico servizio”. Nel pomeriggio il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha scritto ai genitori del bambino che frequenta una scuola nella zona di via Dante scusandosi per la situazione definita dallo stesso primo cittadino “ai limiti della tollerabilità” e al tempo stesso ha invitato la famiglia del piccolo ad avere “fiducia nell’intendimento di pervenire ad una rapida risoluzione della vicenda, che riveste prioritario interesse per l’Amministrazione Comunale”.
Una situazione analoga è quella che vive il figlio di Giuseppe De Lisi in una scuola a Borgo Nuovo: il bambino da inizio anno si trova in classe senza assistente all’autonomia e alla comunicazione, comportando un grave disagio: “Non ha senso chiedere la partita iva a chi aiuta dei fragili. Mio figlio non ha ancora un assistente alla comunicazione ed è solo. Bambini come mio figlio hanno bisogno di massima attenzione e della giusta assistenza. Io lotto affinché i diritti di mio figlio e degli altri bambini fragili vengano rispettati”.
“Sono stato contattato da queste famiglie – dice Salvo Altadonna Presidente della Commissione Scuola della V Circoscrizione – ed ho sentito il dovere etico, prima che politico, di rispondere presente al loro accorato grido d’aiuto. Ero certo che interpellando l’assessore Tamajo e la Dirigente Scolastica avrei trovato l’empatia necessaria per giungere alla soluzione della questione. Con rammarico – prosegue Altadonna – devo registrare che ad oggi nessuno si è preoccupato di rispondere.
A questo punto credo che queste famiglie debbano senz’altro rivolgersi alla Procura della Repubblica per accertare le responsabilità, perché non può passare il concetto che i più fragili debbano anche subire l’onta dell’essere inascoltati e che non vi sia mai una responsabilità in chi amministra.
Se sarà necessario mi farò carico personalmente delle spese legali necessarie per arrivare in fondo a questa vicenda”. Sta seguendo da vicino la vicenda anche Domenico Castiglione, coordinatore del comitato cittadino “ZonaPa” e che si è messo subito a disposizione delle famiglie di questi bambini per aiutarli ad andare fino in fondo a questa storia.