Arresto Matteo Messina Denaro, l’audio dei ROS: “Lo abbiamo catturato”

Matteo Messina Denaro, super latitante di Cosa Nostra, è stato arrestato la mattina di lunedì 16 gennaio. Un’operazione coordinata perfettamente dai carabinieri del ROS e che si è conclusa con l’abbraccio emozionante tra i militari. 

“Lo abbiamo catturato”: l’audio e gli abbracci dei ROS

Poche parole, una manciata di secondi che racchiudono il senso di anni ed anni di investigazioni ed indagini: “Obiettivo identificato, lo abbiamo catturato”.

Matteo Messina Denaro, trovato il secondo covo

Nella tarda mattinata di oggi, i magistrati della Procura di Palermo e i carabinieri del Ros avrebbero individuato un secondo covo utilizzato dal boss Matteo Messina Denaro. Pare infatti che, oltre all’appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, il capomafia si sia nascosto anche in un bunker nella stessa zona. Il secondo covo è stato infatti individuato a 500 metri dall’appartamento, all’interno di un’altra abitazione. Il procuratore aggiunto Paolo Guido ha lasciato il suo ufficio assieme al comandante del Ros, Lucio Arcidiacono, per recarsi sul luogo.

Indagato l’oncologo di Trapani

Indagato l’oncologo trapanese Filippo Zerilli nell’inchiesta relativa alla rete di favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro. A quanto si apprende, il medico avrebbe eseguito l’esame del Dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il capomafia doveva sottoporsi per via della sua patologia. Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra 59enne di Campobello di Mazara ora sotto inchiesta.  

Lo studio del medico sarebbe stato perquisito dai carabinieri; bisognerà ora accertare se Zerilli fosse a conoscenza delle reali generalità del paziente. Non è l’unico medico finito nella lista dei possibili fiancheggiatori del boss: c’è anche Alfonso Tumbarello, il medico di base di Campobello di Mazara che aveva in cura sia il boss sia il vero Bonafede.

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Redazione PL