Joe Biden ad un passo dalla Casa Bianca. Trump: «È una grande frode per l’America»

Joe Biden è a un passo dai 270 grandi elettori necessari per conquistare la Casa Bianca.  Il candidato democratico ha vinto in  Michigan e Wisconsin, e per raggiungere il traguardo gli basterà vincere in Nevada e in Arizona dove è in vantaggio, oppure in   Georgia,  North Carolina e Pennsylvania, dove  attualmente è invece  in leggero  vantaggio Donald Trump. Attualmente, per la Cnn il candidato democratico è a quota 253, mentre Trump è fermo a 213. Mentre per la Fox  il divario è ancora più netto, perché, facendo infuriare il tycoon, ha già assegnato il Nevada a Biden, che   si ritroverebbe così con 264 grandi elettori contro i 214 di Trump. Allo sfidante, per raggiungere il traguardo dei 270 necessari per essere eletto, in questo caso ne mancherebbero solo sei.

LA DICHIARAZIONE DI BIDEN

Nel primo pomeriggio americano Joe Biden,  ex numero due di Obama si è presentato, a Wilmington, insieme alla sua vice Kamala Harris ed ha detto: «Non siamo qui per dire che abbiamo vinto, ma siamo convinti che quando sarà finita la conta, la nostra vittoria risulterà chiara. Adesso abbiamo bisogno di tornare tutti insieme e affrontare l’emergenza. Ho corso come candidato democratico, ma governerò come presidente di tutti gli americani».

LA RABBIA DI TRUMP

Nonostante il risultato non sia definitivo,e  lo spoglio è ancora in corso,  ormai i giochi sembrano fatti, e i numeri dicono Biden. Il presidente uscente, Donald Trump, non ci sta, ed ha rilasciato numerose dichiarazioni che annunciano battaglia. «Questa notte ero in vantaggio in molti stati-chiave, poi quando hanno iniziato a conteggiare i voti via posta, sono passato “magicamente” in svantaggio. Molto strano», ha twittato. E quando  all’orizzonte ha cominciato a profilarsi la sconfitta, ha dichiarato: «Vogliono rubarci i nostri voti. È una grande frode per l’America, è molto triste. Ma noi non lo consentiremo. Nessuno Stato può continuare a contare i voti di corrispondenza spediti dopo l’election day. Chiederò alla Corte Suprema di bloccare il conteggio in tutti gli Stati». Invece le schede che si stanno ancora contando sono quelle inviate dagli elettori prima e non dopo il 3 novembre. Comunque è evidente che la proclamazione ufficiale  sarà preceduta da una lunga battaglia legale. 

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Pippo Maniscalco