Pesca in Sicilia: lo spada selvaggio, la tradizione della cattura che doma la forza della natura
Pesca pesce spada - Palermo live
È lo spada uno dei pesci più deliziosi che mangiamo sulle nostre tavole. La sua è una tradizione antica in Sicilia.
La tradizione dello Spada affonda le sue radici in Sicilia in tempi remoti. Un pesce che oggi tutti conoscono per la prelibatezza delle sue carni ha alle spalle una tradizione antica.
Tradizione secolare nello Stretto di Messina, di pesca del pesce spada si parla già nell’Odissea dove si narrano le sfide che più hanno contraddistinto l’equilibrio tra mondo umano e animale nel mare.
Questa millenaria tradizione è riuscita a sopravvivere nel tempo fino a noi. Il prezzo che raggiunge oggi sulle nostre tavole una succulenta fetta di pesce spada è da brividi (circa 30€/kg), ma tutto ha un perché. Non solo la qualità si paga, ma la cattura di un pescespada selvaggio non è roba per cuori deboli.
Per pescare il pesce spada non solo occorre servirsi di un’imbarcazione ad hoc, detta iuntra o feluca, ma serve organizzare tutti gli uomini a bordo in modo da coordinare le operazioni di pesca in modo che tutto vada a buon fine. Di queste si occupano principalmente tre figure: u mezziere (ovvero il rematore centrale), u ‘ntinneri, colui che ha il compito di avvistare per primo lo spada e indirizzare la traiettoria della barca. Per ultimo c’è u lanzatari, cui spetta il gravoso compito di tenere l’arpione e infilzare il pesce, una volta arrivati a distanza ravvicinata.
Una lotta impari
Come nella caccia al tonno rosso selvaggio nello Stretto di Gibilterra, nello Stretto di Messina i cacciatori di spada rischiano la vita tutti i giorni. Le dimensioni del pesce, che può arrivare a misurare fino a 4,5 metri di lunghezza, e pesare intorno ai 300-400 kg mettono i brividi . Si pensi che il più pesante mai pescato pesava 655 kg, più o meno come una piccola utilitaria.
Le sue pinne veloci gli permettono di spostarsi con rapidità e agilità, in caso di distrazione peraltro il suo aculeo non lascia scampo.
La cattura, una tecnica affinata in millenni di storia
Arriviamo alle fasi di cattura: il capitano e gli osservatori appollaiati in alto individuano i pesci spada in superficie. Una volta avvistati, l’imbarcazione si posiziona rapidamente in modo che l’arpioniere possa lanciare il dardo a mano in acqua e catturarlo. È così che è costretto ad estendere strategicamente il corpo il più possibile in avanti, per quanto consentito dai cavi di prua, in modo che il rumore del motore non spaventi il pesce e lo spinga in fuga.
I pescatori siciliani abilita condottieri di queste imprese sono sempre in lotta per la propria sopravvivenza. Raccontando che, con un po’ di fortuna, riescono a catturare uno o due pesci al giorno. La situazione attuale conserva purtroppo ben poco del passato. Le piccole dimensioni del pesce non eguagliano lontanamente quelle dei tempi passati, quando si catturavano spada davvero enormi. Solo il turismo garantisce oggi un reddito a questi cultori della tradizione millenaria, garantendo loro un futuro sostenibile.