Allerta Ministero della salute: trovati residui di pneumatici nella catena alimentare | Evitare frutta e verdura, ti mangi la gomma
Pneumatici - fonte pexels - palermolive.it
Inquinamento da pneumatici: residui chimici in frutta e verdura una scoperta allarmante che riguarda tutti
Uno studio condotto dal Politecnico federale di Losanna (EPFL) ha rivelato la presenza di sostanze chimiche comunemente utilizzate nella produzione di pneumatici in numerosi campioni di frutta e verdura in vendita nei punti vendita al dettaglio in Svizzera. La ricerca, promossa dall’Ufficio federale per la sicurezza alimentare e la medicina veterinaria, ha confermato i sospetti già sollevati da analisi precedenti svolte in Austria, gettando nuove ombre sulla sicurezza della catena alimentare.
Tra i composti chimici individuati spiccano il 6PPD e il suo prodotto di ossidazione, il 6PPD-chinone. Queste sostanze sono impiegate per aumentare la durata degli pneumatici, rendendoli più resistenti e flessibili. Tuttavia, una volta rilasciati nell’ambiente, questi composti possono avere effetti nocivi e persistenti. La loro presenza in circa un terzo dei prodotti agricoli analizzati solleva interrogativi seri sulla portata della contaminazione e sulle possibili conseguenze per la salute umana.
Lo studio ha preso in esame un centinaio di prodotti agricoli provenienti da supermercati, mercati locali e negozi specializzati di diverse regioni della Svizzera. I campioni sono stati testati in condizioni controllate, e i risultati hanno evidenziato livelli significativi di contaminazione. Questa presenza diffusa di sostanze legate all’usura degli pneumatici dimostra che il fenomeno non è isolato, ma rappresenta una minaccia concreta e sistemica per il settore alimentare.
Sebbene gli effetti di queste sostanze siano stati studiati su modelli animali, con risultati preoccupanti come disturbi neurologici, infiammazioni cerebrali e problemi di fertilità, rimane ancora poco chiaro come il corpo umano reagisca all’assunzione cronica di questi composti. Florian Breider, direttore del Laboratorio ambientale dell’EPFL e autore principale dello studio, sottolinea l’urgenza di approfondire la ricerca per comprendere meglio i rischi reali per la salute pubblica.
L’origine dell’inquinamento: gli pneumatici
Le sostanze rilevate nei campioni agricoli hanno origine principalmente dall’usura degli pneumatici. Ogni anno, milioni di tonnellate di particelle vengono disperse nell’ambiente attraverso il traffico stradale. Queste microparticelle invisibili si diffondono nell’aria, si depositano sul terreno e nelle acque, e finiscono per contaminare indirettamente le coltivazioni agricole. Anche comportamenti comuni come frenate brusche e accelerazioni rapide contribuiscono all’aumento di queste emissioni.
Il problema, come evidenziato dagli studiosi, non si limita alla Svizzera. Paesi confinanti come Italia, Francia, Germania e Austria condividono condizioni ambientali e agricole simili, suggerendo che la contaminazione da 6PPD e composti affini potrebbe essere diffusa su scala più ampia di quanto finora documentato. La natura invisibile di queste particelle le rende particolarmente insidiose e difficili da monitorare.
Una nuova sfida per l’agricoltura sostenibile
Questa scoperta impone una riflessione urgente sul rapporto tra industria automobilistica, pratiche agricole e sicurezza alimentare. L’inquinamento da pneumatici rappresenta una minaccia emergente che sfida i paradigmi tradizionali della sostenibilità agricola e richiede nuove strategie di monitoraggio ambientale e controllo dei contaminanti lungo tutta la filiera agroalimentare.
La presenza di sostanze chimiche tossiche nei cibi che consumiamo quotidianamente impone un ripensamento radicale delle politiche pubbliche in materia di gestione dei rifiuti stradali e protezione della salute. È necessaria una collaborazione tra governi, ricercatori, agricoltori e industria automobilistica per contenere la diffusione di questi inquinanti e garantire una catena alimentare realmente sicura.