Allerta Ministero della salute: ritirati 30 comunissimi farmaci da banco | Ti mandano il colesterolo in orbita interstellare

Farmaci pericolosi - fonte pexels - palermolive.it
Allarme tossicità, alcuni farmaci comuni sotto accusa, uno studio scientifico mette in guardia i consumatori
Un editoriale recentemente pubblicato sulla rivista Brain Medicine lancia un forte appello alla comunità medica e scientifica: è urgente affrontare la tossicità spesso trascurata di numerosi farmaci da prescrizione comunemente utilizzati. Il rischio non riguarda solo effetti collaterali noti, ma implicazioni molto più profonde per lo sviluppo cerebrale e la salute pubblica.
A firmare l’editoriale è Julio Licinio, direttore editoriale della rivista, che ha voluto dare voce alle preoccupazioni emerse dagli studi di Korade e Mirnics. La loro ricerca ha identificato oltre 30 farmaci approvati dalla FDA, tra cui comuni psicofarmaci come aripiprazolo, trazodone, aloperidolo e cariprazina, in grado di inibire l’enzima DHCR7, essenziale nella biosintesi del colesterolo. Questa inibizione può avere gravi conseguenze per lo sviluppo neurologico, in particolare durante le fasi più sensibili della crescita.
Secondo quanto riportato da Licinio, l’effetto di questi farmaci altera il profilo sterolico dell’organismo, innalzando i livelli di 7-deidrocolesterolo (7-DHC) e riducendo la sintesi di colesterolo. Il risultato è un quadro biochimico indistinguibile da quello che si osserva in gravi disturbi metabolici congeniti. I dati raccolti non sono teorici, ma derivano da modelli cellulari, animali e campioni di sangue umano.
Ancora più allarmante è il fatto che l’uso combinato di questi farmaci, una pratica comune nella psichiatria clinica, può generare effetti sinergici. In alcuni casi, i livelli di metaboliti tossici sono risultati quindici volte superiori alla norma. Licinio evidenzia come la prescrizione di “cocktail molecolari” avvenga senza una reale comprensione di come tali combinazioni influenzino la neurochimica dello sviluppo.
Vulnerabilità genetica e conseguenze
Un ulteriore livello di rischio riguarda circa l’1-3% della popolazione generale che presenta mutazioni a singolo allele nel gene DHCR7. In questi individui, l’uso di uno solo dei farmaci incriminati può compromettere l’equilibrio biochimico. La combinazione di due o più farmaci può perfino indurre uno stato simile alla Sindrome di Smith-Lemli-Opitz, un grave disordine dello sviluppo.
L’editoriale sottolinea che i rischi non si limitano al periodo della gravidanza. Anche l’infanzia, l’adolescenza e l’età neonatale sono fasi di estrema vulnerabilità. Ciò implica che l’attuale approccio alla sicurezza dei farmaci, focalizzato spesso solo sulla tossicità acuta o su studi in adulti sani, è gravemente insufficiente.
Urgenza di cambiamenti regolatori
Licinio invita le autorità regolatorie e l’industria farmaceutica a introdurre test obbligatori sulla biosintesi degli steroli nei protocolli di sicurezza dello sviluppo. L’idea di valutare i farmaci esclusivamente in regime di monoterapia viene definita una “finzione” che va superata. Serve un cambio di paradigma che rifletta i reali schemi di prescrizione osservati nella pratica clinica.
Le implicazioni cliniche e regolatorie di queste scoperte sono enormi. Per prevenire danni evitabili, è necessario riconsiderare la prescrizione di farmaci nei pazienti con predisposizioni genetiche, limitare l’uso di combinazioni ad alto rischio e promuovere pratiche cliniche più attente allo sviluppo neurologico. L’editoriale di Brain Medicine rappresenta un appello urgente a proteggere la salute cerebrale, soprattutto nelle fasi più delicate della vita.