Allerta contaminante eterno: l’UE è chiara, nella tua cantina già bruciati centinaia di euro | Devi buttare tutto

Allarme contaminazione - fonte pexels - palermolive.it
Un allarme per la salute di milioni di consumatori, controlla se hai in casa questo prodotto, il rischio è altissimo
Un recente studio del Pesticide Action Network Europe (PAN Europe) ha rivelato un preoccupante aumento dei livelli di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei vini prodotti in Europa. Queste sostanze, conosciute anche come “inquinanti eterni” per la loro resistenza alla degradazione, sono state trovate in concentrazioni elevate, soprattutto nei prodotti più recenti, sollevando interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.
La ricerca ha preso in esame 49 vini provenienti da dieci diversi paesi europei, tra cui Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lussemburgo e Spagna. È proprio quest’ultima nazione ad aver mostrato livelli di contaminazione più alti. I vini più recenti contengono in media 110 microgrammi per litro di acido trifluoroacetico (TFA), un composto derivato dai PFAS, una cifra circa cento volte superiore rispetto ai livelli presenti nelle acque superficiali e potabili.
Lo studio evidenzia che i vini prodotti prima del 1988 erano praticamente privi di TFA, mentre dal 2010 in poi si registra un significativo aumento della contaminazione. Questo dato non solo conferma la persistenza dei PFAS nell’ambiente, ma segnala anche il loro accumulo progressivo nei prodotti agricoli. Secondo Michael Müller, professore di chimica e farmaceutica all’Università di Friburgo, la situazione è ormai tale che “non troveremo più alcun vino che non sia contaminato“.
I precedenti studi europei
Già nel 2017, il Laboratorio di riferimento dell’UE CVUA di Stoccarda aveva segnalato la presenza di PFAS nei vini europei. Tuttavia, allora la concentrazione media rilevata era di 50 microgrammi per litro, con picchi massimi di 120. I dati più recenti mostrano quindi non solo la persistenza, ma anche un peggioramento della contaminazione ambientale, a fronte di misure di controllo ancora insufficienti.
Rischi per la salute umana
Il TFA, a lungo considerato innocuo, è oggi sotto osservazione per i suoi potenziali effetti sulla salute riproduttiva. Gli autori dello studio sottolineano che altri PFAS sono già stati associati a gravi problemi di salute, spingendo la Commissione europea a vietarne l’uso in prodotti come gli imballaggi alimentari. Il chimico Helmut Burtscher-Schaden ha definito i risultati “allarmanti” e ha avvertito che l’assunzione di PFAS attraverso la dieta è probabilmente molto più elevata di quanto ipotizzato finora.
Uno degli aspetti più inquietanti della ricerca è il confronto tra i livelli di PFAS nel vino e quelli rilevati nell’acqua piovana. Mentre quest’ultima presenta una concentrazione compresa tra 400 e 500 nanogrammi per litro, nei vini si sono registrate concentrazioni fino a 110 microgrammi per litro, ovvero livelli decisamente superiori, che sollevano nuove preoccupazioni sull’accumulo di sostanze tossiche nella catena alimentare.
Nessuna garanzia nemmeno dal vino biologico
Neanche i vini biologici sono risultati indenni dalla contaminazione da PFAS. Sebbene coltivati senza l’uso diretto di pesticidi chimici, solo uno su cinque vini biologici analizzati è risultato privo di pesticidi, mentre tutti contenevano comunque tracce di TFA. Questa contaminazione potrebbe derivare da fattori esterni come l’acqua utilizzata o la vicinanza a coltivazioni convenzionali, sottolineando la pervasività del problema.
Alla luce dei risultati, i ricercatori e i responsabili di PAN Europe chiedono un intervento immediato da parte della Commissione europea. In particolare, si sollecita l’aggiornamento dell’elenco delle sostanze vietate, includendo anche i pesticidi che rilasciano PFAS nell’ambiente. Solo un’azione decisa potrà arginare l’inquinamento crescente e proteggere la salute dei consumatori e dell’ambiente.