AL COLLASSO – Il GIGANTE ITALIANO non ce la fa | “Chiudiamo”: a rischio migliaia di posti di lavoro
lavoro (pexels) - palermolive
Un nuovo fronte caldo si apre sul piano occupazionale italiano, e a preoccupare è uno dei nomi più noti del commercio al dettaglio.
In Italia il tema della disoccupazione resta uno dei più delicati e sentiti. Nonostante i segnali positivi diffusi di tanto in tanto dall’Istat, milioni di cittadini restano intrappolati in un mercato del lavoro instabile, fatto di contratti precari, bassi salari e scarse tutele.
I giovani, le donne e le persone over 50 sono le categorie più esposte al rischio di esclusione economica. E quando a vacillare sono anche aziende storiche, il timore di nuove ondate di licenziamenti torna a serpeggiare.
Dopo anni in cui le crisi aziendali sembravano colpire solo i settori industriali tradizionali, oggi a essere minacciato è il settore del commercio. Il fenomeno è ampio e coinvolge non solo piccole attività locali, ma anche grandi marchi della distribuzione. Gli effetti sono visibili nei centri commerciali, dove vetrine vuote e serrande abbassate raccontano una crisi silenziosa ma profonda, che tocca centinaia di migliaia di famiglie.
Mentre alcune aziende puntano su ristrutturazioni e piani di rilancio, altre cercano di sopravvivere razionalizzando la spesa, tagliando i costi e rinunciando a progetti di espansione. È una fase delicata, che impone attenzione e vigilanza, soprattutto sul fronte dei diritti dei lavoratori. In molti casi, la sopravvivenza di un’impresa dipende dalla capacità di gestire le relazioni con sindacati e dipendenti, mantenendo l’equilibrio tra efficienza e tutela dell’occupazione.
Kasanova in bilico: il piano di risanamento non prevede sviluppo
Tra le aziende finite sotto osservazione in questo contesto c’è anche Kasanova Spa, marchio noto in tutta Italia per la vendita di articoli per la casa. L’incontro tenutosi il 27 febbraio con il Gruppo ha confermato le preoccupazioni: l’azienda è entrata in composizione negoziata della crisi dallo scorso ottobre e ha presentato un piano di risanamento valido fino al 2029. Nessun rischio immediato sui posti di lavoro, ha assicurato la società, ma la situazione resta fragile.
Il piano, infatti, non prevede alcun tipo di sviluppo, bensì solo un contenimento dei costi e l’ottimizzazione delle risorse esistenti. L’obiettivo dichiarato è quello di non generare nuovi debiti e di saldare quelli già accumulati, attraverso un dilazionamento concordato con creditori, fornitori e proprietari degli immobili dove si trovano i punti vendita. Una strategia che, seppur necessaria, lascia ben pochi margini per il rilancio.
Rete vendita sotto pressione, si teme per il futuro
Nonostante l’azienda abbia dichiarato l’assenza di problemi occupazionali o di chiusure di punti vendita nell’immediato, le preoccupazioni tra i dipendenti restano alte. Le richieste di maggiore efficienza organizzativa, soprattutto in relazione alla programmazione dei turni, fanno temere un aumento del carico di lavoro o riorganizzazioni interne non sempre condivise.
È stata avanzata la necessità di un confronto preventivo con i sindacati a livello territoriale, che l’azienda ha accettato. Kasanova si è resa disponibile ad avviare un monitoraggio costante, nominando anche due nuovi retail manager con il compito di rappresentare un riferimento stabile per i lavoratori sul territorio. Il prossimo incontro nazionale servirà a fare il punto su un percorso che, almeno per ora, non promette nuovi posti di lavoro né espansione, ma solo sopravvivenza.