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Agenda rossa di Borsellino, cinque poliziotti nuovi testimoni: “Ecco com’è finita nell’ufficio di La Barbera”

Nell’ambito dell’indagine aperta dalla Procura di Caltanissetta sulla scomparsa dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, nel mese scorso i carabinieri del Ros hanno effettuato delle perquisizioni a casa della vedova e di una delle figlie dell’ex capo della mobile Arnaldo La Barbera. Quest’ultimo, ai tempi della strage di via D’Amelio, era dirigente della Squadra mobile di Palermo.

La Procura ha ricostruito i vari passaggi della borsa di cuoio del giudice servendosi della testimonianza di cinque nuovi testimoni. Sono tutti poliziotti e quel giorno erano sul luogo della strage. I cinque agenti hanno fornito ai magistrati nisseni il loro contributo, spiegando come la borsa del giudice con l’agenda rossa dalla quale il magistrato non si separava mai e dove appuntava spunti investigativi e numeri di telefono, sia finita nell’ufficio di Arnaldo La Barbera e quindi nelle sue mani.

L’agenda rossa, dall’auto di Borsellino all’ufficio di La Barbera

Durante il processo in appello che si è svolto ieri a Caltanissetta sul depistaggio delle indagini su via D’Amelio, il pg Maurizio Bonaccorso ha affermato, come scrive il Giornale di Sicilia, che i cinque poliziotti “si sono recati nel luogo della strage e ci hanno chiarito dei punti su quello che accadde con la borsa di Borsellino”

I cinque testimoni sono Armando Infantino, Nicolò Giuseppe Manzella, Giuseppe Lo Presti, Andrea Grassi e Gabriella Tomasello. Hanno detto che dopo l’esplosione l’ufficiale dei carabinieri Arcangioli avrebbe prelevato la borsa dall’auto del magistrato. Poco dopo l’avrebbe ceduta a un poliziotto, su sua richiesta, perché avrebbe affermato che le indagini erano di competenza della polizia. Successivamente sarebbe passata nelle mani di un altro agente, poi in quelle di un altro poliziotto ancora, per poi finire nella stanza di La Barbera.

L’importanza delle testimonianze dei poliziotti

Secondo il pg Bonaccorso, i poliziotti che sono stati sentiti hanno fornito un contributo sul possesso della borsa nelle mani dell’ufficiale dei carabinieri Arcangioli, dopo l’esplosione, e il rinvenimento della borsa nell’ufficio di La Barbera. “In sintesi – ha detto – sussistono dei punti fermi così sintetizzabili: esistenza dell’agenda rossa, contenuto dell’agenda, presenza dell’agenda nella borsa, possesso della borsa nelle mani di Giovanni Arcangioli, e ricomparsa della borsa stessa in circostanze non compiutamente chiarite, nell’ufficio del dott. Arnaldo La Barbera. Questi poliziotti che sono stati sentiti, ed è questo l’aspetto nuovo, forniscono — ha sottolineato Bonaccorso – un contributo sul possesso della borsa nelle mani di Arcangioli dopo l’esplosione e il rinvenimento della borsa nell’ufficio di La Barbera”.

Il legale di parte civile Giuseppe Scozzola ha affermato: “Queste nuove testimonianze rivestono certamente la loro importanza dal punto di vista investigativo. Nessuno sarebbe mai andato a casa di La Barbera ad eseguire una perquisizione. Evidentemente il contenuto dell’agenda andava a colpire qualcuno che stava in alto”.

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Redazione PL