Addio IMU per queste famiglie italiane: basta il foglio dell’avvocato e la sopprimono d’ufficio | 8 su 10 possono beneficiarne
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Prima casa, le novità del 2025: cosa cambia per proprietari e acquirenti. Se sei sposato risparmi un sacco di soldi
Il 2025 si apre con importanti novità fiscali e giuridiche per chi possiede o intende acquistare una prima casa in Italia. La Legge di Bilancio e alcune pronunce giurisprudenziali della Corte di Cassazione delineano un nuovo quadro normativo, che tocca temi centrali come l’IMU, le agevolazioni sull’acquisto, i mutui agevolati e il bonus ristrutturazioni. Le modifiche introdotte puntano a sostenere l’accesso alla casa, soprattutto per le fasce più giovani e vulnerabili della popolazione, ma impongono anche requisiti più stringenti.
Una delle novità di maggior rilievo arriva dalla Corte di Cassazione, che ha definitivamente chiarito l’interpretazione della normativa IMU per le coppie sposate o unite civilmente. La sentenza stabilisce che l’esenzione dall’IMU può essere applicata a entrambi i coniugi anche quando risiedono in immobili distinti, a condizione che tali immobili siano adibiti a prima casa. La decisione risolve una lunga disputa interpretativa, riconoscendo che la distanza fisica non implica l’interruzione del legame affettivo, soprattutto se motivata da esigenze lavorative o familiari.
Rimangono in vigore anche nel 2025 le agevolazioni fiscali per chi acquista la prima casa. In particolare, l’imposta di registro resta al 2% del valore catastale, ben inferiore al 9% previsto per gli altri immobili. A queste si affiancano imposte ipotecarie e catastali simboliche, pari a 50 euro ciascuna. Si conferma anche l’aliquota IVA ridotta al 4% per gli acquisti da imprese costruttrici. Tali misure mantengono competitivo il mercato immobiliare, rendendo più accessibile il primo investimento abitativo.
Accanto al mantenimento dei benefici, la nuova normativa introduce requisiti più rigidi per l’accesso agli stessi. In particolare, chi possiede già una prima casa nello stesso Comune deve venderla prima di acquistare un altro immobile usufruendo dei vantaggi fiscali. Tuttavia, il legislatore ha previsto una maggiore tolleranza nei tempi, estendendo da 12 a 24 mesi il termine per effettuare la vendita, offrendo così maggiore flessibilità e adattabilità alle esigenze familiari e finanziarie.
Fondo di garanzia “prima casa”: proroga e ampliamento
Un altro strumento di grande impatto sociale confermato fino al 2027 è il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. Il fondo statale copre fino all’80% del mutuo, favorendo l’accesso al credito per soggetti spesso penalizzati dal mercato bancario. Giovani under 36, famiglie numerose, genitori single e locatari di alloggi popolari rientrano tra i beneficiari. L’obiettivo è facilitare l’inclusione abitativa e sostenere la natalità e la stabilità familiare attraverso l’acquisto della casa.
Tra le modifiche rilevanti per il 2025 vi è anche la rimodulazione del bonus ristrutturazioni. La detrazione fiscale Irpef viene confermata al 50% per gli interventi sulla prima casa, ma scende al 36% per quelli effettuati su immobili diversi. Inoltre, il tetto massimo di spesa detraibile è fissato a 96.000 euro. A partire dal 2026, è già previsto un ulteriore abbassamento delle aliquote, segnalando un progressivo disimpegno dello Stato in questo ambito.
Pianificare con attenzione gli interventi sulla casa
Alla luce delle modifiche introdotte, diventa fondamentale per i contribuenti valutare con attenzione i tempi e le modalità di acquisto e ristrutturazione della propria abitazione. Il vantaggio fiscale resta significativo, ma richiede il rispetto rigoroso di requisiti e scadenze. Pianificare con anticipo consente di massimizzare le opportunità e di evitare sgradite sorprese in fase di dichiarazione dei redditi o di controllo fiscale.
Il 2025 si configura quindi come un anno di transizione verso un sistema di incentivi più selettivo ma anche più equo. L’obiettivo delle nuove disposizioni è promuovere la proprietà della casa come elemento di stabilità sociale, ma senza rinunciare al rigore nei controlli e nella definizione dei beneficiari. Le famiglie, i giovani e le fasce deboli restano al centro dell’attenzione, con misure che mirano a sostenere una scelta fondamentale per il futuro di milioni di italiani.