Palermo ricorda l’assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso in via Giacinto Carini, a Palermo, 43 anni fa, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente Domenico Russo, deceduto alcuni giorni dopo per le ferite mortali riportate.
Oggi sul luogo dell’agguato mafioso sono state deposte le corone d’alloro alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del presidente della commissione nazionale antimafia Chiara Colosimo. Hanno preso parte alla commemorazione anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il prefetto Massimo Mariani.
“Ricordare il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa non è solo un dovere civico, è un atto politico e morale – ha dichiarato il sindaco Lagalla -. È la scelta consapevole di non accettare l’oblio, di non lasciar vincere il silenzio su chi ha provato a disarmare la violenza con il senso dello Stato. Il Generale Dalla Chiesa resta una delle figure più limpide della nostra Repubblica. La sua vita non ci parla solo di legalità, ci parla di giustizia. E la giustizia, a differenza della legalità, non è mai neutra. Sta sempre da una parte: quella dei cittadini, quella della verità, quella delle istituzioni che sanno cosa vuol dire servire e non servirsi. Oggi, nel suo nome, siamo chiamati a chiederci se stiamo facendo abbastanza, se le nostre città sono davvero ostili alla criminalità organizzata. A chi considera questi momenti semplici rituali, rispondiamo con l’impegno quotidiano. Perché la memoria, se non è azione, è complicità. Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato un uomo che ha pagato il prezzo più alto per non voltarsi dall’altra parte. Sta a noi, ogni giorno, dimostrare che egli, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo, uccisi nell’agguato di 43 anni fa, non sono morti invano”.