Crisi del libro, Ottavio Navarra accusa la Regione Siciliana di silenzio e immobilismo

Un je accuse che ha i toni drammatici ed esasperati dell’urgenza : quest’ultima, non a caso, è proprio la parola chiave della lettera che l’editore Ottavio Navarra della omonima casa editrice che ha sede a Palermo, ha indirizzato al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e agli assessori Alberto Samonà e Mimmo Turano, rispettivamente titolari delle deleghe alla Cultura e alle Attività produttive. 

L’accusa che rivolge alla giunta regionale è di assoluta noncuranza rispetto alla crisi dell’editoria, e di non avere messo a punto alcun intervento a salvaguardia del comparto, nè alcuna iniziativa progettuale. 

“Hanno ancora un senso le parole?” chiede al presidente e agli assessori in merito agli impegni presi a favore degli operatori del settore. 

“Prendiamo la parola urgente – si legge – che ha fatto capolinea nei provvedimenti proposti dal governo regionale e approvati dall’ARS per fare fronte alle difficoltà economiche delle realtà produttive siciliane, duramente colpite dalla crisi che stiamo attraversando”. 

“Tra le varie misure – precisa – su proposta di noi editori del mondo del libro, è stata inserita una norma che avrebbe dato respiro alle nostre attività: un intervento non assistenzialistico bensì legato a una prospettiva di rafforzamento culturale nei nostri territori”. 

Una proposta che fu votata dall’Assemblea diventando legge : legge di stabilità regionale, disegno di legge 733 del 2 maggio 2020, per l’esattezza. 

“Da quel momento tutto tace – lamenta Navarra – e l’urgenza?”. 

“Urgenza – sottolinea – nel vocabolario Treccani si declina nella richiesta di interventi immediati e rapidi: cinque mesi sono ancora pochi, forse?”. 

“Dobbiamo aspettare – aggiunge – che inizino i licenziamenti e che si protesti sotto le sedi istituzionali?”. 

Non è tutto: l’editore, infatti, precisa che, nella revisione che si sta apportando alla normativa riguardante la concessione di contributi alle imprese, la filiera del libro risulta esclusa e chiede alle istituzioni le ragioni di una simile estromissione. 

“Alla parola urgente si aggiunge quindi anche la parola mistero – ironizza –  ma siamo purtroppo ben consapevoli di non essere i soli a soffrire per questa drammatica situazione: tutto ciò, tuttavia, non lenisce le nostre difficoltà anzi ci amareggia ancor di più”.

“Ricominciamo dunque a ridare un senso alle parole – si legge a conclusione della lettera – perchè urgente significa urgente: qui ed ora”. 

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Marianna La Barbera