Donato (Lega) contro il nuovo Dpcm: «Con queste misure si consegna il sud alla mafia»

Non sono mancate e certo non mancheranno nemmeno nelle prossime ore le reazioni del mondo della politica e delle istituzioni al nuovo Dpcm presentato dal premier Conte che introduce nuove restrizioni in ottica anti-contagio.

“Un provvedimento che metterà definitivamente in ginocchio le attività produttive coinvolte e il settore della cultura e dello spettacolo, già duramente provati dal lockdown di marzo. Con queste chiusure, di fatto, si consegnerà il sud alla mafia e all’usura”. Con queste parole l’europarlamentare della Lega, Francesca Donato, stigmatizza le nuove disposizioni contenute nel nuovo Dpcm.

“Nessun intervento economico a sostegno dei cittadini e delle imprese in difficoltà è previsto a fronte di questo provvedimento – continua – mentre la possibilità, per la maggior parte delle attività coinvolte e all’indotto, di poter sopravvivere a questo nuovo lockdown, è soltanto una chimera. Assisteremo all’inevitabile chiusura e poi ad una mancata riapertura di migliaia e migliaia di attività commerciali, di ristorazione e di intrattenimento, con la perdita di altri milioni di posti di lavoro e l’esplosione della povertà a livelli incontenibili”.

“GOVERNO? UN FALLIMENTO TOTALE”

“Il governo Conte, ignorando totalmente le richieste delle associazioni di categoria, delle regioni e dell’opposizione, sta colpendo i settori strategici che muovono l’economia del nostro paese, dimostrando al contempo di non aver saputo predisporre in sei mesi un sistema sanitario capace di tutelare i propri cittadini, malgrado il loro comportamento esemplare durante la chiusura totale del primo lockdown e i sacrifici già sopportati. Dunque – conclude Donato – il giudizio sul suo operato e su quello del suo governo è quello di un fallimento totale che, purtroppo, pagheremo chissà per quanti anni”.

“PREPARIAMOCI A PROTESTE ANCORA PIU’ DURE”

“Ciò che più mi preoccupa ora è la prevedibile esplosione della rabbia e della protesta, assolutamente comprensibile, da parte di chi sta subendo tutto ciò, dopo aver investito denaro per adeguarsi alle normative in materia di distanziamento e di tutela della salute. Prepariamoci ad assistere a proteste ancora più dure: il pericolo di un’escalation della tensione sociale è altissimo. Cosa intende fare il governo se i cittadini scenderanno in piazza a protestare? Reprimere il dissenso con la violenza, come nelle dittature? Sarebbe interessante saperlo”.

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Francesca Catalano