Coronavirus, dati sbagliati in Sicilia: Pd chiede commissione d’indagine all’Ars

«Il silenzio di Musumeci e le scuse di Razza. Parlamento indaghi su vicenda dai risvolti enormi»

Continua la polemica sui dati dei contagiati in Sicilia che, si è scoperto, sono stati comunicati in modo non rispondente alla realtà . Il ricalcolo ufficiale effettuato dal Dasoe Osservatorio Epidemiologico della Regione dice che gli attuali positivi nell’Isola sono 150 con una variazione di meno 487. Sono 26 i pazienti ricoverati: 21 nei reparti di Malattie infettive e nei Covid-Hospital e 5 in terapia intensiva. Il report mette a fuoco anche altri dati: 124 sono i soggetti ancora in isolamento domiciliare, mentre i guariti sono, invece, 2.640. I casi totali sono 3.070 mentre i tamponi finora “processati” dall’inizio dei controlli sono 187.869. Stabile il dato relativo ai decessi: 280.

SILENZIO DI MUSUMECI E GIUSTIFICAZIONI DI RAZZA

Il Pd all’Ars chiede di istituire una commissione parlamentare di indagine sulla gestione dell’emergenza Covid-19 in Sicilia e sui dati relativi al numero dei soggetti positivi”. –Giuseppe Lupo, capogruppo dei Dem all’Assemblea regionale, non molla la presa.

“Al silenzio del presidente Musumeci seguono le prime giustificazioni dell’assessore alla Salute Ruggero Razza – aggiunge – e sono davvero deboli e insufficienti a chiarire i diversi aspetti della vicenda, anzi sembra quasi che ‘la pezza sia peggiore del buco’. Tra l’altro lo stesso assessore ammette di essere stato a conoscenza dell’errore da alcune settimane. Qui c’è in ballo la salute dei cittadini, finanziamenti pubblici, organizzazione della rete sanitaria, effetti sociali ed economici, stiamo parlando di una vicenda dai risvolti delicatissimi: il Parlamento siciliano deve essere messo nelle condizioni di capire cosa è accaduto e il presidente Musumeci venga in aula e si assuma le sue responsabilità”.

PERICOLOSO EFFETTO NELL’OPINIONE PUBBLICA

“Oltretutto – conclude Lupo – con il passare delle ore e il rimbalzare della notizia dei ‘dati sbagliati’, si sta creando un pericoloso effetto nell’opinione pubblica, che da adesso in poi può essere portata a sottovalutare il rischio di contagio pensando che i dati della Regione sono stati, e potranno essere ancora, inattendibili”.

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