1000€ DI IMU, passa la stangata del secolo: “ve lo potete permettere” | PAGA o scatta l’esproprio
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Emergenza casa: tra stallo edilizio e affitti alle stelle, un problema strutturale che richiede risposte coordinate
La città di Cesena si trova nel pieno di un’emergenza abitativa sempre più pressante. L’offerta di alloggi disponibili è bassa, mentre la domanda cresce, innescando una spirale al rialzo nei canoni di locazione. Questa situazione ha spinto l’amministrazione comunale e numerosi attori del territorio a confrontarsi. Un momento di dialogo pubblico che ha messo insieme esperti, istituzioni e cittadini per discutere soluzioni concrete.
Il confronto ha sottolineato la necessità di aggiornare regole ormai superate e di coinvolgere anche i livelli più alti del governo e dell’Unione Europea. L’obiettivo è rimuovere le barriere che ostacolano una gestione più dinamica e funzionale del mercato immobiliare, oggi spesso bloccato da rigidità contrattuali e da un’economia di mercato che penalizza le fasce più fragili della popolazione. L’assenza di un’offerta sufficiente di case in affitto viene aggravata dal fenomeno degli immobili sfitti, un nodo su cui l’attenzione è massima.
Il sindaco ha parlato apertamente dello stallo del progetto di edilizia residenziale sociale Novello. Ha dichiarato che la sua alternativa sarebbe “il nulla”, e ha auspicato una ripartenza del cantiere entro la fine del 2025 o l’inizio del 2026. Il progetto dovrebbe servire a offrire case a canoni calmierati, ma è fermo da anni. E’ fondamentale che queste iniziative vengano incentivate con fondi europei, sottolineando come ci siano risorse disponibili, se si ha la volontà politica di impiegarle.
Il sindaco ha poi espresso perplessità sulle politiche del recente passato, come Superbonus e bonus edilizi, che hanno rilanciato il comparto delle costruzioni ma non hanno inciso sulla questione abitativa. Si tratta di misure che, pur generando lavori e riqualificazioni, non hanno aumentato l’offerta di case in affitto accessibili. Un’occasione persa, secondo Lattuca, che ha dimostrato come ci siano margini di spesa pubblica importanti da orientare meglio in futuro.
Regole da rivedere in un mercato cambiato
Una delle criticità evidenziate è la distanza tra la normativa vigente e la realtà del mercato. Il contratto d’affitto standard, basato su una durata 6+6 anni, non rispecchia la media effettiva delle locazioni, che è di circa 24 mesi. Regole “obsolete”, che ignorano l’evoluzione del mercato, equivale a rischiare un’esondazione sociale. Una revisione dei contratti e delle tutele, più in linea con l’attualità, è considerata imprescindibile.
Molto dibattuta anche la questione degli immobili vuoti in molte città italiane: sono infatti numerose le case lasciate sfitte. Il sindaco ha ironizzato sull’impossibilità di “sequestrarle”, ma ha proposto l’aumento dell’Imu per i proprietari che non affittano né vendono. Una doppia tassazione potrebbe diventare un potente strumento di pressione, capace di riportare sul mercato abitazioni altrimenti inutilizzate, in un momento in cui ogni unità abitativa è fondamentale.
Una sfida che non si vince con gli incentivi
Il Patto per la casa rappresenta uno sforzo concreto per rispondere all’emergenza, ma finora non ha ottenuto i risultati sperati. L’amministrazione lamenta che, nonostante gli incentivi, il mercato non si muove. Il sistema attuale premia chi lascia gli immobili inutilizzati piuttosto che chi li mette a disposizione della collettività. È su questo squilibrio che si dovrebbe intervenire con decisioni coraggiose e coordinate.
L’evento ha messo in luce la complessità del problema casa, che non è solo una questione economica, ma anche sociale, territoriale, architettonica e psicologica. La presenza di università, ordini professionali, associazioni e volontariato testimonia la volontà di trovare un approccio integrato. Per superare l’impasse non basta costruire nuove case, ma serve ripensare le politiche abitative nel loro complesso.