Per i boss anche il pizzo sui matrimoni

Dalle indagini sull’organizzazione mafiosa della zona Misilmeri-Belmonte Mezzagno vengono fuori i particolari sull’interesse dei boss per il settore dei ricevimenti nuziali

Nell’ambito dell’operazione della Dda denominata «Cassandra», ogni giorno escono nuovi particolari sulle indagini e sulle intercettazioni. Ai boss del mandamento Misilmeri-Belmonte Mezzagno non bastavano le estorsioni,  i soldi falsi, il pizzo,  il cemento, la droga e la politica: nel loro marketing plan era stato  incluso anche il settore che riguarda le sale di ricevimento per matrimoni.

L’IMMOBILE ACQUISTATO ALL’ASTA

Non è che volessero mettersi in proprio per organizzare  i festeggiamenti delle nozze, ma erano interessati agli affari di due imprenditori, soci in affari nella gestione di sale di ricevimento per matrimoni. Uno dei quali, dopo che aveva acquistato all’asta un immobile da destinare alla loro attività, si è visto recapitare una esplicita richiesta: «Ti stavamo cercando da parecchio tempo per sistemare la faccenda dell’immobile all’asta». E per non lasciare dubbi, l’avviso continuava con  altre istruzioni: «Parla con il tuo socio, devi risolvere la faccenda. Siamo in trenta interessati alla situazione».

UNA RICHIESTA DI 100.000 EURO

L’estorsione non era di quelle low cost, perché la richiesta prevista era di 100mila euro. Nella stima dei boss sulla potenzialità dell’attività dei due imprenditori, erano infatti inclusi anche altri immobili in loro possesso. E non era mancato neppure un invito a «mettersi a posto» per una sala per ricevimenti di  nozze in provincia di Palermo, a  Campo Felice di Fitalia. Il “Casale San Leonardo”, una bellissima antica struttura  destinata  a nozze raffinate.